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La patata (marcia) di Potito

di Ernesto Santovito

Come rubare la marmellata. Nel mondo dello sport, ormai si sa, si trucca di tutto e di più. I giochi di squadra, a cominciare dal calcio, sono sempre all’ordine del giorno, uno scandalo dietro l’altro. Totonero 1980, Calcioscommesse 1986, Calciopoli 2011 sino all’ultima inchiesta della Procura di Cremona che sembra non finire mai.  

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Potito Starace

Calcio marcio, calcio corrotto: nel tempo, con sofferenza ci siamo assuefatti alle partite truccate. Si sa, il calcio è sporco. Ormai è tesi accertata. Comprovata con sentenze della giustizia sportiva e ordinaria. Roba da associazione a delinquere. E così, abbiamo scritto una volta, l’opinione pubblica ha creduto che il marcio oltre che in Danimarca rotolasse solo dietro ad un pallone, in quest’ambiente ricco di campioni, di squali e di tanti, tanti truffatori. Ma chi ha conosciuto il mondo delle scommesse, per davvero, nella sua intera filiera classica (cavalli, calcio, casinò, cinodromi quando c’erano) sa benissimo che non è così. Tutt’altro.

E c’è uno sport facile facile per combinare una partita: il tennis. Truccare una partita di calcio non è semplice. Bisogna coinvolgere almeno 4-5 calciatori e può non bastare. Non si contano le “partite aggiustate” che hanno dato risultati diversi da quelli voluti. Nel tennis è tutto più semplice. Basta essere d’accordo con un solo atleta ed il gioco è fatto. Elementare Watson. Può anche fare tutto da solo, un tennista  non ha “bisogno” di nessuno. Gioca a perdere un incontro. Domani è un altro giorno.

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Wimbledon, scambio Djokovic-Dimitrov

Nell’arcipelago del tennis si gioca di continuo per 10 mesi l’anno. I tornei Atp con montepremi minimo di 450mila, sono 64 più il Master dove partecipano i migliori 8 giocatori del ranking). I tornei Challenger e futures sono circa 600. Una sterminata moltitudine. Si brucia tutto rapidamente. I match da truccare sono preferibilmente quelli dei primi turni, dove si giocano contemporaneamente decine di incontri. Le sorprese sono tante. Troppe. C’era una interessata statistica che dimostrava che giocatori vincitori o grandi protagonisti di un torneo, in quello dopo, contro ogni pronostico, uscivano presto, al primo o secondo turno. L’accumulo di stress, dicevano…

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Bracciali e Starace

Ma poi sono arrivate le intercettazioni e quello che alcuni sapevano, molti pensavano, è stato provato. E così il tribunale federale della Fit ha deciso di radiare in primo grado Daniele Bracciali e Potito Starace  “per aver alterato l’esito di alcuni incontri al fine di realizzare guadagni illeciti tramite scommesse”. I due sono stati anche multati rispettivamente di 40 e 20mila euro. Di Starace e Bracciali si sta interessando anche la Giustizia ordinaria e quasi certamente verranno rinviati a giudizio.

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Doppio Starace-Bracciali

L’inchiesta penale è condotta dalla Procura di Cremona, da cui è partito tutto, ed è nata dall’indagine più vasta sul Calciscommesse nel periodo tra il 2007 e il 2011. Nel dettaglio Starace è accusato di aver combinato la finale del torneo di Casablanca e un incontro disputato a Barcellona contro Gimeno Traver. Più articolata invece la posizione di Bracciali, finito nel mirino degli inquirenti per alcune fitte conversazioni via chat e sms con gli ex commercialisti di Beppe Signori in relazione a diverse presunte combine.

Bracciali, Bolelli, Seppi, Starace e capitan Barazzutti.

Bracciali, Bolelli, Seppi, Starace e capitan Barazzutti.

Starace e Bracciali, non sono atleti di poco conto: hanno rappresentato per molti anni l’Italia nel mondo, difendendo anche con passione la maglia azzurra in Coppa Davis. Comprensibile che il presidente della Fit Angelo Binaghi proceda con i piedi piombo. “Trattandosi dell’esito di un processo di primo grado, non possiamo che augurarci che Bracciali e Starace riescano in quelli successivi a dimostrare di non aver commesso i gravissimi fatti per i quali sono stati condannati. Se però anche i successivi gradi di giudizio confermassero quanto sin qui accertato dalla giustizia sportiva, o addirittura emergessero nuove responsabilità a carico di altri tesserati, il danno di immagine arrecato al tennis italiano sarebbe così grave che la Fit, dopo essere intervenuta quale parte lesa in sede disciplinare in questo procedimento, non esiterebbe a chiederne conto ai colpevoli anche in sede di giustizia ordinaria”. Gioco, partita, incontro. Almeno per il momento

 

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