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Calcio rosa ma con le palle

 di Ernesto Santovito

Facile, troppo facile la battuta: è un calcio femminile ma con le palle. Messa in conto anche la facile, troppo facile eventuale accusa di sessismo. Troppe le disparità col calcio maschile, a cominciare dall’esistenza del vincolo sportivo (cioè una sorta di contratto a vita con cui sono legate le calciatrici alla propria società) all’impossibilità di firmare contratti di più anni.  E’ ora di cambiare.

Melania Gabbiadini, rappresentante femminile dell'Aic. Getty

Melania Gabbiadini

Si doveva fermare la prima giornata del calcio femminile, niente partite. Ma poi all’ultimo momento è rientrato tutto, un documento dell’ultima ora ha bloccato lo stop. Piegate (sembra) le ultime resistenze. “L’Associazione Italiana Calciatori e la Lega Nazionale Dilettanti dopo gli incontri dei giorni scorsi e in seguito agli ulteriori approfondimenti sui temi riguardanti il calcio femminile, hanno reciprocamente preso atto della disponibilità confermata dal Presidente Figc Tavecchio di portare all’attenzione degli organi federali competenti le tematiche poste dall’Aic, perché sin dalla riunione del 22 ottobre vengano approvate le soluzioni concordate anche in tema di accordi pluriennali e di contribuzione straordinaria”.

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Susanna Camusso

Era scesa in campo con le calciatrici anche Susanna Camusso. “ In Italia dove il calcio maschile la fa da padrone, è giunto il momento che venga valorizzato adeguatamente anche il calcio femminile. Tutto il movimento calcistico femminile chiede da tempo risposte che continuano a non arrivare. In questi mesi più volte le calciatrici hanno subìto insulti sessisti, hanno vissuto sulla loro pelle la discriminazione di un mondo ancora troppo chiuso e troppo maschilista. Alle calciatrici, come a tutte le lavoratrici e i lavoratori che hanno rivendicazioni sulle loro condizioni vanno date risposte. A loro in sciopero esprimo la mia solidarietà personale e quella di tutta la Cgil”.

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Melania e Manolo, i talentuosi Gabbiadini

La Camusso del calcio è Melania Gabbiadini, attaccante e capitano del Verona, sorella dell’attaccanti del Napoli. Melania e Manolo, una famiglia talentuosa con un pallone fra i piedi. Ed è una decisa la leader sindacale del calcio rosa. “Noi tutte abbiamo deciso di scioperare, siamo certe che sia giusto. Lottiamo per i nostri diritti.”  E’ non ci hanno pensato due volte ha mettersi contro anche il commissario tecnico della nazionale femminile, Antonio Cabrini che era apertamente contro lo stop. “Non è il momento giusto per uno sciopero”.

Felice Belloli

Felice Belloli

E’ giusto sottolineare che da anni si discute di una riforma del calcio femminile, che ancora oggi in Italia non ha una categoria professionistica e viene gestito dalla Lega Nazionale Dilettanti. E scalpore fecero le dichiarazione nel marzo scorso dell’allora presidente dell’allora Lega dilettanti Felice Belloli, poi sfiduciato all’unanimità come presidente  e costretto a dimettersi. “Basta, non si può sempre parlare di dare soldi a queste quattro lesbiche“.

 

 

Lo scorso maggio il presidente della LND era intervenuto in una discussione sui fondi per il calcio femminile dicendo: «Basta! Non si può sempre parlare di dare soldi a queste quattro lesbiche»; dopo qualche giorno è stato sfiduciato dal consiglio della LND e ha lasciato l’incarico.

 

 

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