I Pokémon della Costituzione  
   
 Renzi, Napolitano e la Boschi sono i “mostri tascabili” del fronte referendario del Si   
     
    
 di   Eduardo Palumbo

I Pokémon della Costituzione

di Eduardo Palumbo

 “Gotta catch ‘em all!”. Acchiappali tutti. I nostri Pokémon della Costituzione, sono loro tre: Renzi, Boschi e Napolitano, i gran paladini del Si. Già perché loro tre si giocano tutto, altro che Costituzione. E a dire vero, non si risparmiano. Tutt’altro. La parola d’ordine è “acchiappali tutti i voti”. E se c’è da turare il naso, nessuno si faccia problemi

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Il Premier che l’aveva messa sul personale quando pensava di avere il vento a favore, ora allarga l’orizzonte, non è lui in gioco ma “la credibilità dell’intera classi politica italiana” va dicendo ovunque si trovi. Un disco.

Nella direzione del suo partito anziché affrontare la disfatta delle amministrative (un milione di voti ed il cinquanta per cento dei Comuni in meno) Renzi preferì dirottare il discorso sulle riforme chiamando in causa il discorso alle Camere di Giorgio Napolitano appena ricevuto il secondo mandato. “Eravate voi ad applaudire lì, io ero a palazzo Vecchio… Se siamo arrivati a questo punto, anche secondo alcuni ‘sporcando’ il testo, è perché si è cercato di arrivare a un accordo il più condiviso possibile”.

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Napolitano e Renzi

Che poi la riforma sia stata approvata in un’aula semideserta a colpi di fiducia, è un altro discorso. Un carrarmato sciocco.

Perché la Costituzione è di tutti, bisogna mediare, non votare. Soleva dire Calamandrei, padre costituente: “Chi dice che la maggioranza ha sempre ragione solleva lugubri risonanze autoritarie. Il regime costituzionale non è quello nel quale la maggioranza ha sempre ragione, ma quello dove sempre hanno diritto di essere discusse le ragioni delle minoranze”.

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Napolitano, tirata d’orecchi a Boschi e Renzi

Giorgio Napolitano che ancora non ha capito di non essere più l’uomo del Colle, continua a voler dire la sua, pretende di essere al centro della nostra politica.E non perde occasione per far sentire la sua “presenza” tutt’altro che al di sopra delle parti. “Maggioranza e opposizione devono ragionare su un percorso condiviso per definire un nuovo patto per il paese”. Re Giorgio perde il pelo ma non il vizio e nell’intervista al Foglio ha rilanciato il patto del Nazareno, un nuovo Patto. A partire da referendum ed Italicum.

E poi c’è la Pokémon del SI, più Pokémon di tutti, la ministra Maria Elena Boschi che se non fermano chissà cos’altro sara capace di dire da qui a novembre. Cominciò col dire che chi votava No, andava in scia di Casapound, poi si munì di matita rosso e blu per dare i voti ai partigiani? L’Anpi (l’associazione nazionale partigiani italiani) si schiera per il No? Beh certo sono falsi partigiani. Quelli veri voteranno la nostra riforma Costituzionale.

Boschi, su stepchild adoption libertà coscienza

Una escalation. Ancora nostra signora di Banca Etruria. “ Non un rischio, ma una certezza: se al referendum di ottobre dovessero prevalere i no alla riforma costituzionale per il Paese sarà tempo di instabilità E’ ovvio che gli scenari che si aprirebbero in caso di vittoria del no sono di instabilità, quindi sarebbe un problema per la governabilità del Paese, per la sua stabilità, non per questo governo nello specifico”.

La propaganda della Boschi ha raggiunto l’inimmaginabile. Nelle ore della strage di Nizza e del golpe e del controgolpe in Turchia, l’incontenibile ministro delle Riforme arriva a dire che “Abbiamo bisogno di un’Europa più forte e in grado di rispondere insieme, unita, al terrorismo internazionale, e all’instabilità. E per riuscirci abbiamo bisogno anche di un’Italia più forte verso l’Europa, più credibile: quindi di una Costituzione che ci consenta maggiore stabilità”. Si, il sillogismo è chiaro, avete capito bene. Se si vuole vincere il terrorismo bisogna votare Si al referendum. Altrimenti ci si ritrova tutti affiliati nell’Isis…

 

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