afroamericaniusaproteste

L’uomo nero

di Emiddio Novi

Dal melting pot, dal crogiolo di etnie, religioni e culture, ai fuochi di guerra civile. L’America di Obama segna il fallimento delle ideologie arcobaleno del politicamente corretto. Un Paese che all’improvviso sembra non aver dimenticato i 650.000 morti della guerra civile che oppose il Sud al Nord ed evoca le piaghe del passato

Barack Obama di rientro alla Casa Bianca.E ancora negli anni Cinquanta il futuro presidente Kennedy votava in Senato contro I diritti civili dei neri. L’elezione di Obama, di un nero alla Casa Bianca doveva segnare un cambiamento storico e il significato non dichiarato di una rivincita del nuovo blocco storico delle minoranze etniche alleate con i bianchi liberal, contro l’America, tradizionalista, patriottica, egemone da sempre.

JFK and 3 year old John John

Kennedy alla Casa Bianca con il piccolo John John

Una rottura con il passato, l’illusione di poter far nascere un nuovo blocco egemone. Un’illusione appunto. I cinquanta milioni di latinos di origine sudamericana e di religione cattolica oltre la convergenza elettorale con gli afroamericani non sono andati e cosi è stato anche per l’etnia asiatica.

Con Obama gli Stati Uniti hanno visto frantumarsi il progetto del Paese crogiolo di razze, culture e religioni diverse.

L’America ha riscoperto le diversità etniche. Una buona metà del Paese non ha riconosciuto in Obama il suo presidente. A tutto questo si aggiunge un disastro sociale che la presidenza afroamericana tutta subalterna alla turbofinanza non poteva evitare.

Obama_vittoriaasas

Anche perché Obama rimane il presidente americano che ha speso di più per la sua elezione. I bianchi, il ceto medio bianco, si è impoverito. Si sente declassato, umiliato, abbandonato da una classe dirigente di grigi esecutori degli ordini dei banchieri. Così pezzo dopo pezzo si è ricomposto l’humus della guerra civile, delle contrapposizioni radicali, dell’odio etnico e sociale.

thumbnail-

Le violenze della polizia contro gli afroamericani rientrano nella brutalità tutta americana di un sistema che vede il 5 per cento degli americani dividersi tra il carcere, gli arresti domiciliari e i vari regimi di limitazioni di libertà di movimento. Una società concentrazionaria in cui tutti sono armati e dove nel solo 2016 sono stati uccisi 56 agenti.

A Dallas un solo killer, Micah Johnson, misteriosamente neutralizzato da un robot, avrebbe ammazzato cinque agenti e tenuto a bada la polizia da solo. Ricostruzione incredibile dei fatti.

Poi si viene a sapere che a Dallas come in altre città gli afroamericani hanno organizzato milizie armate di protezione delle loro comunità. E poi dicono che Trump quando denuncia questi fatti è un provocatore razzista.

CondividiShare on Facebook0Tweet about this on TwitterPin on Pinterest0Share on Google+0Share on LinkedIn0Email this to someone

Lascia un Commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>

Altri post dello stesso Autore