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Le nuove sfide di Italia e Israele

di Ofer Sachs*

Italia e Israele hanno una cooperazione già molto buona nel campo della ricerca e dello sviluppo, con un fondo bilaterale e una collaborazione tra accademie. In Israele abbiamo una forte propensione per innovazione e start-up, ma la nostra capacità di creare grandi aziende e giocare un ruolo globale è sicuramente limitata, paragonata a quella italiana. La grande sfida è rompere gli schemi e trovare nuovi modi di collaborare.

Spesso gli israeliani non guardano all’Italia come prima scelta e non perché manchino le occasioni – il Paese ne è ricco – ma perché si rivolgono alla loro comfort-zone  tradizionale, gli Stati Uniti.

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Dobbiamo rompere questo paradigma e convincere entrambi a trovare modi di collaborare e creare reciproci benefici. Se con il tradizionale alleato le relazioni sono più immediate, con l’Italia  non è ancora così: dobbiamo lavorare di più e meglio in tal senso, perché l’Italia è un Paese ricco di capacità economiche da offrire e di sicuro rappresenta un’ampia area di collaborazione da sfruttare.

Dobbiamo fare in modo che le persone si incontrino, che gli imprenditori si conoscano e aumentino la reciproca consapevolezza perché molte sono le similitudini culturali. Una volta superate le barriere linguistiche, e questo è sicuramente un tema, sono sicuro si possa realizzare una collaborazione straordinaria.

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Haifa brucia, 70 mila evacuati

I rapporti politici tra i due Paesi viaggiano sul filo dell’amicizia, come dimostrato anche la settimana scorsa in occasione dell’emergenza incendi che ha colpito Israele, con oltre 65mila persone costrette a lasciare le proprie case e grossi danni al territorio. Alla richiesta di aiuto lanciata dal premier Benjamin Netanyahu, il governo italiano ha risposto prontamente inviando due Canadair e dando il via libera alla Protezione civile per attivare quanto necessario a fornire supporto.

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Questa è la prova che i rapporti non si sono incriminati dopo l’astensione italiana al voto su Gerusalemme Est all’Unesco il mese scorso. Tutt’altro, la reazione forte del premier Matteo Renzi, che definì la situazione “allucinante”, fanno sperare che l’Italia in futuro prosegua sulla stessa linea.

Un’altra sfida che abbiamo di fronte è quella di avere posizioni più equilibrate: non che tutti siano d’accordo con noi ma un dialogo equilibrato, o almeno un reale dialogo, e non reazioni che finiscano con l’ignorare completamente scienza, storia e archeologia, come nel caso della incredibile risoluzione Unesco su Gerusalemme

 *Ambasciatore israeliano a Roma

(Italia-Israele today)

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