Il Napoli segna l’Inter ancora sogna

di Adolfo Mollichelli

Nel commosso ricordo della Chapecoense, la squadra brasiliana perita nel disastro aereo, il Napoli le rende omaggio con una prestazione alla Brazil, quello di una volta. Inter travolta. Due gol in cinque minuti: di Zielinski il polacco su assist di Callejon con un alluce in fuorigioco e di Hamsik con la solita rasoiata di sinistro di Hamsik.

Un uno due alla Monzon, quando Carlos saliva sul ring e dava appuntamento agli amici: avviatevi, vi raggiungo subito. Il terzo sigillo è di Insigne tornato Lorenzo il magnifico.

Negli ultimi undici confronti diretti al San Paolo otto successi azzurri e tre pareggi. L’aria di Napoli non s’addice alla Beneamata, e ci vuole un coraggio ad amare una squadra senza né capo né coda come l’Inter di questi tempi grami.

Icardi e Diawara

Era più che una partita di calcio. Era il confronto tra il sogno proibito e la palla al piede. Tra Icardi e Gabbiadini, Maurito e Manolo, il pluritatuaggiato e il seminarista mancato. Uno segna,l’altro sogna. Di andare via. Entrambi hanno illuso Aurelio Primo e zio Maurizio. Maurito aveva mandato in avanscoperta Wanda Nara, compagna e procuratrice, che era andata all’incontro con De
Laurentiis. Dentro una borsa professionale documenti e proposte. Per vedere. Come ad un tavolo di poker. Aurelio Primo era rimasto affascinato dalla bionda argentina lusingandola con l’offerta di una parte nel solito cinepanettone che è oramai un cine polpettone.

Il gol di Hamsik

In ritardo, il cineproduttore aveva capito che la mossa della Wanda Nara era stata una specie di ricatto all’Inter per mettere i cinesi in nerazzurro spalle al muro. Era disposto al sacrificio (?) economico Aurelio Primo ma s’è dovuto arrendere. Forse, ha voluto arrendersi. E così ha perduto l’ideale sostituto di Higuain e uno scrittore nello spogliatoio, perché nel frattempo Maurito aveva dato alle stampe la sua bio(s)grafia che, come sapete, è risultata più intrigante dell’ultimo giallo di Stieg Larsson.

Zielinski, a rete dopo 2 minuti

Icardi riesce ad essere un centravanti super anche se costretto a giocare nella solitudine di un fronte dove gli arrivano soltanto gallette stantìe. Ha concluso un paio di volte con pericolosità ma Reina, tornato regina nel regno dei legni gli ha negato il gol della staffa. Gabbiadini, il Manolo dal volto triste, ha giocato da nueve senza falsità e se l’è cavata molto bene, gli è mancato solo il gol, sfiorato in un paio di circostanze. Ed era anche la prova del nove, per gli azzurri, per invertire una rotta disseminata di scogli della delusione.

Insigne, quattro gol in tre partite

Un anno fa, il Napoli batteva l’Inter di Mancini che per un bel pezzo era stata in alto grazie ad una serie di striminziti uno a zero, e si accomodava sulla prima poltrona del campionato volando verso il titolo d’inverno. Ci aveva pensato Gonzalo, insomma Giudain, con una doppietta assordante e stordente.Stavolta il netto successo sui nerazzurri è servito a ricacciare indietro l’esercito di terracotta mossosi da Appiano Gentile ed a riprendere il cammino della vittoria dopo il pareggio con il Sassuolo di tutte le riserve ed infortuni possibili.

Hamsik

Non c’è stata partita. non credete ai commentatori tv che devono portare acqua al mulino dei bacini di utenza. Napoli stellare. Per approccio: una partenza da far tremar le vene e i polsi. Per freschezza atletica: non ha mai avuto momenti di pausa o accusato stanchezza. Per compattezza: un’orchestra con tutti i professori a seguire la bacchetta del direttore.

Centrocampo fresco come una rosa, con il diciannovenne Diawara a far scolorire (e ce ne vuole!) Kondogbia che era stato paragonato a Pogba e mai accostamento fu più simile ad una bestemmia. Con Zielinski che è un Allan ed un Hamsik insieme per capacità di incontrista, per la facilità nel tiro, per la grazia nel palleggio. Con Hamsik stellare come finalizzatore e trequartista.

Callejon e Ansaldi

Come pensava l’Inter dei fuori ruolo di potersi opporre concretamente là dove nasce la manovra con il legnoso francese ed il povero Brozovic a cantare ed a portare la croce e con Banega nella terra di nessuno? D’Ambrosio, che è di Castellammare di Stabia, pare che abbia esclamato, esausto: c’hanno fatt’ girà ‘a capa.
Con quel sistema di gioco, l’Inter non avrebbe mai potuto raddrizzare le sorti dell’incontro. I sarriani avrebbero potuto segnare altre tre reti perlomeno. I cambi azzurri sono stati intelligenti, per far tirare il fiato a un po’ di titolarissimi in vista del martedì di Champions a Lisbona, crocevia del futuro internazionale: Giaccherini per Insigne, Maggio per Hysaj, Rog – finalmente – per Hamsik. Il giovin croato s’è reso protagonista di tre giocate che ne hanno certificato la bravura, in una ha sbeffeggiato il connazionale Perisic che resta un fior di giocatore.

I cambi dei nerazzurri sono risultati fini a se stessi e comunque Joao Mario, permette Pioli? vale tre Banega. A proposito del tecnico, che ha sostituito De Boer che aveva sostituito Mancini, dicono che Zhang Zhang abbia deciso un cambio ancora: i plioli non blastlano, ploviamo con la scala moblile! .