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Una amara Coppa piena di rigori

 di Adolfo Mollichelli

Rien ne va plus. Signora vecchia e indigesta. Episodi che condannano il Napoli in azzurro (finalmente!) ma non solo. Ancora lui, Gonzalo detto Giudain e faccia d’angelo Dybala. Ma non è stato tango argentino. Illusione, dolce chimera sei tu. La contesa aperta da Callejon che significa corridoio sbucato alle spalle di Asamoah.

Mosca - JUVE NAPOLI

Spifferi di vento. Tamburi lontani. Voce in inglese stentato: è Gabbiadini da Southampton dal cui porto partì il Titanic. In romanesco da Los Angeles.

Puttana maiala, in livornese. E puttana maiala anche in faellese. Napoli avanti, sconfitta di rigore. Dopo un primo tempo in dominio quasi e non per caso chiuso in vantaggio.

Poi, Allegri ha rivoltato il vestito liso della Signora e gli ex fujenti sono rimasti ammaliati: càspita, l’abbiamo lasciata brutta e invecchiata, è venuta fuori dalla toilette fresca come una rosa di Maggio che di fiori se ne intende.

Mosca - JUVE NAPOLI

Callejon

La bella gioventù, cara ad Aurelio Primo, a spasso per lo Stadium che ha abbassato le luci per onorare la memoria di Roberto Fiore. Grazie presidente per aver vestito d’azzurro Altafini – uno dei più grandi centravanti di tutti i tempi, lo chiamavano coniglio, ricordo un suo gol al Milan: stop di petto e tiro al volo nel sette, uno spettatore gridò: ‘nu stop ‘e pietto e ‘nato ‘e core! fu poi core ‘ngrato – ed Enrique Omar Sivori detto el cabezòn, il divino che precedette le meraviglie maradoniane.

Napoli bello e possibile nella prima parte. Con Diawara a braccare Pjanic che pare si trascini. Con Rog, il pupillo del presidente, ad accelerare cercando l’imbucata. Poi, nel momento difficile ci sarà spazio anche per Zielinski. Studiati e vincenti i cambi di Allegri. Forzati e disperati quelli di Sarri. Si finirà con Pavoletti e Mertens in aggiunta a Callejon ed Insigne. Con Lorenzo il magnifico tirato fuori dalla zona calda e schermato dai suoi stessi compagni.

 

Evidente l’imbarazzo a trovare la giusta risposta al cafetero Cuadrado, tutto finte e velocità. Koulibaly è un gigante d’ebano e Dybala è un petisso (sivoriano però). Frana non frana: rigore.

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Insigne

Poi, accadrà che Albiol sarà pressato e niente, si alzi por favor e sulla ripartenza Reina ostacolerà Cuadrado: palla, poi tutto il resto. Rigore c’è quando arbitro fischia. E questo lo diceva Boskov che poetava e sfotteva: Gullit? sembra cervo uscito da foresta.

Ok Valeri, tu sei di Roma e vedendo la Roma avrai immagazzinato la convinzione che rigore così così c’è sempre.

E allora, concedilo pure a questi ex fujenti che pure hanno avuto colpe non leggere.

Soccer: Italy Cup; Juventus-Napoli

Diawara e Dybala

Peccati di gioventù? E vogliamo definirlo così il goffo movimento di Koulibaly (ma che t’ha fatto l’Africa, la tua Africa) ad agevolare la conclusione dell’argentino gordo che è sempre più Giuda e m’immagino quel signore al quale fu regalato un cane nell’era azzurra higuainiana e che chiamò Gonzalo in tuo onore ed ora neanche più lo chiama e la povera bestiola proprio non capisce. Vita da cani!

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Higuain

Errori ed omissioni, d’accordo. Ma la rabbia e l’orgoglio vanno di pari passo, non dimenticatelo mai. Un giorno all’improvviso, Sarri smetterà pure di scrivere “Le mie panchine” e arricchirà il suo credo di nuove conoscenze. Non guardate mai l’uomo (l’avversario), la palla, solo la palla deve stare nella vostra mente e di conseguenza nei vostri movimenti e poi accade che si possa finire nel pallone.

Si può ancora sperare di ribaltare il risultato nel match di ritorno. Coraggio, in fin dei conti s’è trattato di uno scherzo di Carnevale.

 

 

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