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E qui casca l‘asina…

 di Gianpaolo Santoro

Comincio a credere che Matteo Renzi abbia selezionato la sua classe dirigente facendo le primarie dei cialtroni. E dei bugiardi. Forse a sua immagine e somiglianza. Dopo la rossa che ci tiene a farsi chiamare ministra, ci mancherebbe, ma che non ci tiene a falsificare il suo curriculum, ecco la sagace Madia, secondo qualcuno “la più sprovveduta che ci sia….” La ministra prediletta di casa Napolitano dopo essersi incazzata ed aver minacciato querele è stata colta di nuovo con le mani nella marmellata. E ora anche chi l’ha difesa a spada tratta ha fatto un bel passo indietro, come l’Imt di Lucca che ha deciso di aprire una “procedura istruttoria ufficiale sul caso”.

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Nel capitolo tre della sua ormai famosa tesi di dottorato in Economia del Lavoro, infatti, la Madia sostiene di essere stata studentessa in visita a Tilburg in Olanda. Correva l’anno 2008, anno più, anno meno, in fondo siamo uomini di mondo. Ma qui casca l’asino (o l’asina). Perché secondo quanto avrebbe detto al “Fatto Quotidiano” Tineke Bennema, portavoce dell’Università di Tilburg, “Marianna Madia non è mai stata studente in visita a Tilburg”.

Anzi scrive il Fatto, “il Cambridge Journal of Economics”, che ha ospitato quei lavori, ha ora anche aperto un’indagine interna “per sospetto plagio”. Plagio plurimo perchè risulterebbe anche in un ulteriore lavoro, quello della collega di dottorato della Madia, Caterina Giannetti.

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Marianna Madia

Copia tu, che copio io. Ma che ci si può aspettare dai leopoldini e leopoldine? Ma ricordate quando il ministro dai boccoli d’oro spiegò in televisione la sua riforma che inchiodava i furbetti del cartellino? Come scrisse Roberto Scafuri, “dopo aver ascoltato il ministro della Repubblica discettare di materie (per lei) oscure  di certo si saranno rivoltati nel cimitero calabrese di Petilia Policastro le tombe di famiglia di quattro generazioni di cultori del diritto (dal notaio Nicola sino al cassazionista Titta Madia)…

E’ il ministro della semplificazione che semplifica tutto a tal punto che poi quello che fa che poi diventa una farsa. Del resto, come già mi è capitato di scrivere, tutta la carriera della Madia ha di fondo qualcosa di grottesco e disarmante. E la sprovvedutezza di una passata per caso. Ricordate la sua prima dichiarazione dopo essere entrata in parlamento, ormai otto anni fa? “Non capisco molto di politica, ma porto in dote proprio la mia inesperienza…” Che poi le cose non siano cambiate molto è un altro discorso.

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Madia, Zandonato, Giannini: il triangolo degli equivoci

E come si può altrimenti interpretare il “primo giorno di scuola” da responsabile per il lavoro del Pd della prima segreteria Renzi, quando la dolce Marianna appena nominata, piena di buona volontà andò da Flavio Zanonato, (anch’egli del Pd) , per esporgli aspettative ed idee per l’emergenza occupazione. Il colloquio ebbe qualcosa surreale. Molto renziano. “Cara Marianna, di questi problemi avresti dovuto parlare con il collega ministro del Lavoro, Enrico Giovannini. Le mie competenze non sono specificamente destinate alle politiche dell’occupazione”. “ Ma perché non sei tu il ministro del lavoro?” “No. Io sono il ministro per lo Sviluppo Economico, quello del lavoro e che si occupa quindi di occupazione e disoccupazione è Giannini. Il ministero del lavoro è dall’altra parte di via Veneto, guarda, ti indico io, devi attraversare la strada, andare sempre diritto. Poi chiedi…”

Giulio Napolitano e Marianna Madia a Capalbio

Giulio Napolitano e Marianna Madia a Capalbio

La donna è mobile è l’aria che il Duca di Mantova intona nel terzo ed ultimo atto di Rigoletto. Ma la Madia è mobilissima. L’unica cosa che ha imparato in politica è il posizionamento, “toccata e fuga”, va dove ti porta il potere.

E’ stata veltroniana, lettiana, bersaniana, dalemiana, civatiana e frequentatrice dei Giovani turchi: poi ha scoperto la Leopolda ed è diventata renziana. Più o meno da Giglio magico. Il tutto accompagnato, per un bel po’ di tempo, con una liaison ufficiale con Giulio Napolitano si, proprio lui, il figlio di Re Giorgio.

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La Madia e lo “scandalo” del gelato

Ma acqua passata. Oggi è sposata (due figli) con Mario Gianani produttore cinematografico vicino a Matteo Renzi, ma questo non significa niente. Se si prova a sussurrare che è una raccomandata nata, caccia gli artigli.

Lei è ministro perché competente in materia (e chi può dire il contrario?) e perché proprio suo marito l’ha spinta ad accettare l’incarico, per il bene del Paese: chi avrebbe scritto altrimenti la riforma della Pubblica amministrazione? Si quella bocciata dalla riforma Costituzionale. Ma non era meglio copiarla…?

 

 

 

 

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