Óscar Washington Tabárez esultanza

Io tifo Oscar
l’hombre con le stampelle

di Adolfo Mollichelli -

Via agli ottavi del mondialone di Putin. Si entra nel vivo. Senza Mamma Africa – cinque nazionali, tutte fuori – e sarà contento Salvini. Non accadeva dall’82, Italia campione, l’urlo di Tardelli come quello di Munch (il celebre quadro). Bene gli esiti del Var (la prima volta). Meno bene la regola del fair play a parità di tutto che ha favorito il Giappone (minor numero di gialli, e non è una battuta) e condannato il Senegal di Koulibaly. Perché gli arbitri non hanno tutti eguale metro di giudizio e se becchi quello più severo sei fregato senza colpa. Fuori la Germania di Loew che ha dimostrato di non saper scegliere crucco da crucco ed ha pagato la scarsa forma di vari elementi, su tutti Mueller che Ancelotti voleva far fuori ed invece è stato la setta del Bayern a fare fuori lui.

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Oscar Tabarez

Germania kaputt. Campioni del mondo in carica fuori, ridicolizzati dai Ridolini coreani del sud.

Quelli che sbatterono fuori l’Italia dal mondiale nippocoreano (2002) complice l’ineffabile arbitro Moreno che Gennarino Gattuso avrebbe voluto sgozzare sul campo. L’avrebbe salvato dall’arresto per traffico di cocaina.

1966) con il gol del dentista Pak Doo-Ik

Il gol del dentista Pak Doo Ik, 1966: la nostra Corea

L’Italia aveva conosciuto anche l’onta dell’altra Corea (quella del nord) che la sbatté fuori dal mondiale inglese (1966) con il gol del dentista Pak Doo-Ik.

S’è corso molto nei gironi eliminatori tranne che nella farsa messa su nel finale da Polonia e i figli del Sol Levante. Diverse partite attraenti, numerosi i gol d’autore.

Aquile in Russia. quelle mimate da Shaqiri e Xhaka

Aquile in Russia. quelle mimate da Shaqiri e Xhaka

Hanno volato due aquile nel cielo di Russia: quelle mimate da Shaqiri e Xhaka svizzeri di origine kosovara dopo i gol segnati alla Serbia. Si va verso una finale inedita sulle 63 possibili combinazioni.

pele - Didì, Vava, Pelè. Sembra il ritornello di una canzone, è il tormentone dell’estate del 58

Didì, Vava, Pelè. Sembra il ritornello di una canzone, è il favoloso tormentone dell’estate calcistica del 1958

Una sola già vista: Brasile-Svezia nel ’58 (5-2) che fece conoscere al mondo la stella lucente di Edson Arantes do Nascimiento: Pelé. Ed ora, radiografìa delle nazionali che si affronteranno negli ottavi.

L’ouverture è di lusso: a Kazan, Francia-Argentina (30 giugno, ore 16), un titolo per i bleus, due per l’albiceleste. I figli della globalizzazione, molti dei quali giovani e neri, contro gli eredi delle emigrazioni.

Tamburi lontani e bandoneòn che suona tango. La grandeur francese e la cansada Argentina. I bleus hanno fior di campioni in ogni reparto e il geniaccio di Pogba.

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Sampaoli, il tecnico tattoo

L’Albiceleste è vecchiotta ma ha sempre Messi. Deschamps è lucido. Sampaoli è nel pallone. Il ct francese sceglie lui la formazione da mandare in campo, ci mancherebbe. L’omino tatuato che siede sulla panca argentina la subisce da Mascherano el jefecito, l’amico del cuore de la pulga.

Alle venti della sera a Sochi, Uruguay-Portogallo (due titoli per la Celeste). La granitica squadra di Tabarez contro l’indecifrabile creatura guidata in campo da Ronaldo, detto CR7. L’Uruguay segna il giusto e finora non ha preso neppure lo straccio di un gol.

Ronaldo

Ronaldo

E’ la più “italiana” delle nazionali sul palcoscenico russo. Muslera (ex Lazio), Caceres (Lazio, ex Juve), Vecino (Inter), Bentancur (Juve), Laxalt (Genoa), Torreira (ex Sampdoria). Avanti, due stelle di prima grandezza: Suarez e Cavani (ex Napoli). Sarà derby tra Godin e Jimenez, centrali dell’Atletico di Madrid, contro il “realista” Cristiano. Sarà un bel vedere.

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Russia-Spagna si gioca a Mosca (primo luglio). I padroni di casa del gioiellino Golovin ambito dalla Juve contro i rossi di Hierro (un titolo). La Roja non è più super ma è pur sempre uno squadrone pilotato da quel genio (un po’ stanco, sì) di Iniesta.

Nello stesso giorno a Novgorod (ore 20), Croazia-Danimarca. I figli della Sirenetta, guidati da genietto Eriksen, sono intriganti. Ma la Croazia è un’autentica corazzata. Con il centrocampo più forte del mondo: Modric, Brozovic, Rakitic, Kovacevic. Potrebbe  essere la sorpresa del mondiale.

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A Samara (2 luglio, ore 16) Brasile (5 titoli) contro Messico. Non dovrebbe esserci partita ora che anche quel buffoncello scherzoso di Neymar s’è messo a rigare diritto. La squadra carioca è completa: Dal portiere (Alisson) all’ultimo attaccante, diciamo Gabriel. Per compattezza, possanza e tecnica mi ricorda il Brasile campione del mondo del ’70.

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Harry Kane

Stesso giorno (ore 20, a Rostov): Belgio-Giappone. Lo squadrone di Mertens e compagni dovrebbe sbarazzarsi facilmente dei samurai. E poi, il Brasile e saranno fuoco e fiamme.

A San Pietroburgo (3 luglio, ore 16): Svezia-Svizzera, l’ottavo più incerto che ci sia. Due squadre tetragone, non tanto ricche di classe ma toste assai.

Mosca (3 luglio, ore 20): Colombia contro Inghilterra (un titolo). Anche in questo ottavo regna l’incertezza. Leggera preferenza per Kane soprannominato l’uragano e i suoi compagni. Anche se James Rodriguez potrebbe ancora meravigliare.

Adolfo Mollichelli 4

Adolfo Mollichelli

Non conta niente ma ribadisco: la mia simpatìa va all’Uruguay di Oscar Tabarez. Espressione di un calcio senza fronzoli e con picchi di classe pura.

 

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