Napoli, vita da cani 
Dai calendari ai video e le mostre alla tolleranza zero del “bisognino” 
di Giovanni Pasàn

Vita da cani

di Giovanni Pasàn

Il cane, si sa, è il migliore amico dell’uomo. Meticolosamente addestrato l’uomo, a sua volta, può diventare il miglior amico del cane…

Mi chiedo che cosa penserà Asko. Per chi non lo conoscesse Asko è un pastore napoletano tedesco, protagonista di un video che tempo fa ha spopolato sul web (http://www.youtube.com/watch?v=pDELkruw0hQ) Asko parla napoletano, vedere per credere.  “Puparuole”, “sfogliata”,  “Napoli” “schifare” “ Juve”  “napoletano”. Asko adora i puparuoli e tifa Napoli, niente crauti o Bayern. Ecco perché ormai è un pastore più napoletano che tedesco.

Konrad Lorenz, premio Nobel per la medicina e la fisiologia, uno dei padri dell’etologia (non c’è fedeltà che non tradisca almeno una volta, tranne quella di un cane…) sosteneva che alcuni cani sono in gradi di capire alcuni vocaboli (nel caso di Asko anche in dialetto napoletano), senza bisogno di associarli per forza ad immagini o situazione. Insomma ad istinto, fino a prova contraria.

Chissà che cosa penserà Asko, dicevamo, di quello che sta succedendo a Napoli, di che diavolo possa essere successo, che cosa è cambiato nella sua città per arrivare al prelievo di sangue l’esame del Dna, alla tolleranza zero per il “bisognino”, una vita d’inferno, insomma diciamoci la verità.

cane-spazzino1 La tolleranza zero, cominciata al Vomero, ora si è estesa a Bagnoli e Fuorigrotta: sono cominciati i controlli del reparto di Polizia Ambientale della Polizia Municipale e degli operatori Asl sulle deiezioni canine. Al Comune dove i conti pare non tornino proprio secondo la Corte dei Conti, per fortuna, però, tornano i conti delle delle deiezioni. La merda insomma. Il vicesindaco Sodano che quando il momento è solenne c’è sempre ci ha fatto sapere “che al Vomero già dopo qualche giorno il fenomeno delle deiezioni era notevolmente diminuito …”

La sorpresa -a scrivere è addirittura sul New York Times il premio Pulitzer 2006 Jim Yardley  – è notare che una città come Napoli, con debiti pregressi per 2 miliardi di euro, con polizia sottofinanziata, strade piene di buche, discariche abusive e criminalità organizzata, sia invece all’avanguardia nel contrastare il problema dei rifiuti dei cani in strada”.

20140112_casteloVita da cani. Ma, quando è troppo e troppo. Eppure questa è la città dei cani, Totò, il principe de Curtis ne aveva 250 e a chi gli chiedeva che se faceva rispondeva con tono serio “un cane val più di un cristiano. Lei lo picchia e lui le è affezionato l’istesso, non gli dà da mangiare e lui le vuole bene l’istesso, lo abbandona e lui le è fedele l’istesso. Il cane è nu signore, tutto il contrario dell’uomo …”

In fondo siamo l’unica città che può vantare ad un soffio un museo per cani (il “Foof” a Mondragone) e un cimitero per cani (“ il Riposo di Snoopy” a Varcaturo) e già non sarebbe poco.

Ai cani di Napoli l’artista danese Tue Greenfort, dedicò il video di quarantuno minuti dal titolo “I cani del Sindaco”, telecamera bassa, girando in presa diretta i tanti street-dogs napoletani nell’arco di una giornata, riprendendoli nei loro quartieri di appartenenza come delle vere star.

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Tue Greenfort

E che poi quei cani, erano molto piu di semplici animali liberi, a chi gli chiese che cosa lo aveva spinto a girare il video Grenfort rispose di aver usato gli animali come metafora per raccontare le attuali dinamiche sociali delle relazioni tra pubblico e privato che a Napoli hanno un confine non sempre chiaro. Nel nord Europa tutto è fondato sulla divisione tra interno ed esterno, anche a causa del clima e della privacy. “Da voi – ci tenne a sottolineare l’artista danese- è tutto molto pubblico e il limite con il privato è più elastico. Da noi in Danimarca i cani non vengono abbandonati, o sono padronali o non ci sono. Napoli ha un modo unico di prendersi cura dei suoi amici: mi ha molto colpito che una legge prevede che restino per strada e che un quartiere li adotti”.

Rosemarie Trockel

Rosemarie Trockel

Ai cani di Napoli, ancora, Rosemarie Trockel, l’artista radicale alla perenne ricerca delle possibili evoluzioni e regressioni della società, riservò molti scatti fotografici, che finirono nella mostra “Bastard” ospitata nella galleria di Lucio Amelio.  “Fanno parte della città, sono napoletani…” disse. Altri tempi.

E vogliamo parlare della straordinaria iniziativa di Plebidog, il calendario a colori che veniva stampato ogni anno dal proprietario dell’edicola di Piazza Trieste e Trento, “punto di ritrovo” dei randagi del quartiere San Ferdinando? Il calendario segnalava addirittura i “mestieri” dei cani. Come, ad esempio, Nino, il cane bagnino, mezzo Labrador e mezzo Terranova, che nell’acqua sguazzava e che “operava” al Lido “Mappatella” dove era conosciuto da tutti. E Pallone, il barboncino nero, che faceva da guardiano al “Sanpaolino”, il campo improvvisato fuori allo stadio? I ragazzi poggiavano giacconi, libri, sciarpe e pullover vicino ad una cancellata e li si piazzava Pallone, come una sentinella inflessibile e non faceva avvicinare nessuno…

plebidogC’erano,poi, le “guide turistiche”, cioè i cani, come Willy e Banny, che si accodavano ai forestieri in visita a Napoli. C’erano i “giardinieri” come Lola, Tiberio e Alba che amavano intrattenersi nei giardini. Zoe e Nuvoletta erano gli “intellettuali” perché sostavano davanti alle librerie, come Eleonora che si fermava davanti alla “Feltrinelli” di Cappella Vecchia. Il piccolo Hot Dog forse sognava probabilmente una divisa, forse la carriera militare perché stava sempre accucciato davanti alle vetture dei carabinieri. Ma non avrebbe mai arrestato Rocco, Tozzetto, per gli amici, cane di panza, figlio dell’amore fra un pitbull e una Labrador, che per il suo fare guasconesco viveva agli arresti domiciliari: legato ad una catena insomma.

 Storie di cani, i randagi di Chiaia, quelli del salotto buono. Ad esempio Spillo, spinone bianco, fiero, altero, impeccabile, austero: un mito. Di mestiere Spillo faceva il sindacalista. Proprio così, non vi stupite. Sempre in testa ai cortei di protesta accompagnandoli da piazza Municipio in piazza Plebiscito. Una staffetta a quattro zampe. E non abbandonava la piazza sino alla fine della manifestazione, sempre davanti a tutti, il muso puntato verso il portone della prefettura, ritto sulle zampe anteriori e attento che nessuno lasciasse il corteo. Altro che servizio d’ordine…

caninapoli

Poi un giorno Spillo sparì. Ad un tratto. Ogni tanto c’era chi diceva di averlo intravisto, una volta a capo Posillipo, un’altra a Mergellina, un’altra segnalazione al Porto, leggende metropolitane. Sarà salito su una nave diceva qualcuno. Sarà andato a sostenere le battaglia dei minatori del Sulcis, suggerivo un altro…

Storie infinite di cani. Come quella di Zorro, Desy, Banny e Chicco, i randagi del sole. Stavano sempre insieme, erano indivisibili. Passeggiavano insieme e prendevano insieme il sole in via Caracciolo. Ora non frequentano più il lungomare. Per non morire di solitudine, probabilmente …

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