Primo maggio, sono solo canzonette...  
 Lo stanco dibattito di una festa dei lavoratori senza lavoratori    
di Eduardo Palumbo

Primo maggio
sono solo canzonette…

di Eduardo Palumbo
Un primo maggio, come credo prima o poi capiti a tutti coloro che in un giornale hanno fatto il mestiere di scrivere, mi mandarono a Portella delle Ginestra, là dove si registrò la prima strage di Stato nel lontano 1947 quando la vallata di Portella della Ginestra si riempì di duemila lavoratori della Piana degli Albanesi, per lo più contadini, pronti a manifestare contro il latifondismo e per festeggiare la vittoria del Blocco del Popolo nelle lezioni per l’Assemblea Regionale Siciliana.

Il fronte Pci-Psi aveva conquistato 29 seggi, contro i 21 della Dc. Dalle colline circostanti la vallata partirono delle raffiche di mitra che uccisero 11 persone e ne ferirono altre 27. La Cgil proclamò lo sciopero generale accusando i latifondisti di voler “soffocare nel sangue le organizzazioni dei lavoratori”. Dopo quattro mesi si scoprì che le raffiche vennero sparate dagli uomini di Salvatore Giuliano, il quale nel 1949 fece recapitare ai giornali una lettera in cui parlava dello scopo politico di questa operazione.

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Insomma per farla breve Portella della Ginestra è diventato il luogo della commemorazione e della celebrazione del primo maggio, l’icona della festa dei lavoratori. Ma, mi chiedevo già allora e di tempo ne è passato abbastanza, ha davvero senso continuare a festeggiare questo primo maggio che, ormai, sembra abbiano ben poco da dire o rappresentare?
Ogni anno si apre lo stesso dibattito, sulla validità di replicare questo rituale fatto di stanche manifestazioni, di parole, promesse, valori, speranze? Il dibattito di quest’anno si è limitato nientemeno sull’opportunità o meno di tenere aperti i ipermercati in questo giorno di festa.

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Il concerto del primo maggio del 2013

Gli schieramenti del vecchio e del nuovo si affrontano blandendo il nulla, perché la verità è sempre la stessa: da una parte coloro che ritengono da anni che questa festa non abbia più ragione di esistere e chi invece, ritiene esattamente il contrario. La Pasionaria senza emozioni Susanna Camusso in testa, ovviamente. La festa del Primo maggio va difesa perché ha un valore simbolico che non si può e non si deve cancellare.

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Perché i simboli e i valori hanno grande importanza non solo nei riti religiosi, non solo nelle ricorrenze patriottiche, ma anche nella società, fra i lavoratori, nella loro cultura e nel riconoscersi in quanto tali. Già un simbolo: ma di che ai tempi del mercato globale, della flessibilità, della precarizzazione, della mobilità e del Jobs Act pure di seconda mano?
Ma l’interrogativo resta sospeso nell’aria ed allora il primo maggio finisce con l’essere soltanto il concertone di piazza San Giovanni, la grande scampagnata, la prima vetrina dell’estate (ma quest’anno il tempo non promette un granché), la gioia, la pizza in compagnia.
Ed a Napoli? In occasione della festa dei lavoratori alcuni dei musei di Napoli resteranno aperti ed in particolare parte di quelli appartenenti al polo museale napoletano consentiranno l’ingresso gratuiti. Per l’ultimo giorno si troveranno ancora i presepi di San Gregorio Armeno nell’ambito della II edizione della “Fiera di Pasqua”, iniziativa che ha animato i Decumani durante la prima parte della primavera.

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Alla Mostra d’Oltremare inizierà invece il Comicon il salone internazionale del fumetto, che è giunto ormai alla sua XVI edizione. Per chi vuole andare a vedere una mostra al Pan troverà “Vetrine” la nuova mostra su Andy Warhol, a cura di Achille Bonito Oliva; al Madre le opere di Ettore Spalletti, esponente dell’arte contemporanea, al Museo del Tesoro di San Gennaro “Storie d’Argento” con 80 statue d’argento sino ad ora nascosti al pubblico; al Museo delle Arti sanitarie di Napoli, all’interno del complesso di Santa Maria del Popolo degli Incurabili, la mostra “La sanità al tempo dei Borbone” e a San Domenico Maggiore, 17 riproduzioni di dipinti di Leonardo, 37 di Raffaello e 64 di Caravaggio, proposti in copie digitali.
Poi, ovviamente ci sarà tanta musica. Da mezzogiorno a mezzanotte sound napoletano all’Arenile: il meglio della musica electro-house made in Naples.

 

 

 

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