di Mimmo Carratelli
Dal 2008 il fotografo Ari Seth Cohen immortala lo streetwear “geriatico” in giro per il mondo nel suo cliccatissimo blog Advanced Style. Risultato: migliaia di clic sul web, orde di follower e ora anche un film-documentario nelle sale americane e inglesi. Le ottantenni sono icone di fashion e di stile. E non solo. Di più, molto di più. Del resto basta fare due nomi Sophia Loren Brigitte Bardot e Sophia Loren …
Brigitte Bardot, broncio sensuale e indimenticabile, i suoi disordinati capelli biondi, la donna-bambina, il volto di pechinese. Sophia Loren, straripante e smargiassa, immensa, la sua irregolare armonia, l’armonia di Napoli che è fatta di chiari e di scuri, la pizzaiola di Materdei dalla memorabile camminata, bellezza ai bagni di Pozzuoli e nelle piscine di Los Angeles, esplosiva, dilagante.
Attrici, icone di bellezza e di stile. Sophia donna immensa, fianchi immensi, bocca immensa, curve immense, seni immensi, occhi immensi, valchiria mediterranea, ciociara e ciaciona, contessa di Hong Kong, orchidea nera, madame Sans-Gene, più alta delle misure reali, più esplosiva delle reali misure a clessidra, prorompente, dilagante, espansa, maggiorata, le gambe lunghissime.
Sophia attrice immensa, ovviamente. Cinema immenso. 96 film, due Oscar, cinque nomination, quattro volte migliore attrice del mondo, la sua “stella” incastonata sull’Hollywood Boulevard per l’eccezionale contributo all’industria cinematografica. Da ragazza, oggetto di desiderio sul lungomare puteolano, quel vitino di vespa fra il trionfo dei seni e la gloria del lato B, le gambe per la trionfale camminata nel mondo, le gambe della camminata imperiosa della pizzaiola di Materdei ne “L’oro di Napoli”, falcate indimenticabili, una camminata persino sghemba, da popolana sfrontata e sicura, Sophia che squarcia lo spazio, lo invade, lo conquista, lo fa esplodere con la sensualità del suo incedere straordinario. Una sfida alla legge di gravità nel bilanciamento continuo di gambe, seni e sedere, un sedere puteolano intriso della forza e delle ebollizioni della Solfatara, esplosivo.
Allegra, dolorosa, frizzante, vendicativa, seducente, sedotta, battagliera, romantica, immensa nel cinema e nella vita. Quel corpo irregolare imponeva la sua irregolare armonia, l’armonia di Napoli che è fatta di chiari e di scuri, e quando si colora è di colori prepotenti, sgargianti, urlati, ma ha nel fondo il colore unico di un’umanità vera. L’America e il successo sugli schermi di tutto il mondo. Sophia oggi è una gran signora e parla l’inglese con lieve accento napoletano. Perché lei è sempre Napoli. E’ sempre nei nostri occhi e nei nostri cuori. Sophia nel mondo, Napoli nel mondo con lei.
E Brigitte? E’ da sempre il sogno proibito degli uomini di mezzo mondo. Il broncio più famoso, sensuale e indimenticabile, i capelli biondi e disordinati, la regina del bikini e del blue-jeans, il volto verde, azzurro, rosa, viola dipinto da Andy Warhol, il volto affascinante da pechinese, l’attrice rivelata da Roger Vadim, il suo accento forte e delizioso, la donna-bambina, ombrosa, capricciosa, la voce delle canzoni di Serge Gainsbourg, la ragazza di Vadim, di Jean- Louis Trintignant, di Gilbert Becaud, di Gunter Sachs, di Gigi Rizzi e di tutti quelli che avremmo voluto essere per perderci nell’invito dei tuoi occhi, Bibì, su una spiaggia del mondo.
.
Sofia è un mostro sacro…anche ora con età avanzata è piena di fascino…la sua bellezza esuberante
la sua prorompente napoletanità seduce…brava Sofia sei un mito