Antonio Capaldo, presidente e responsabile commerciale con l'agronomo Pierpaolo Sirch, amministratore delegato

In lizza per l’Oscar del vino
i Feudi di San Gregorio

di Ornella Salvemini

La nomination è prestigiosa. Di quelle che valgono l’impegno di una vita. Parliamo di Oscar, l’Oscar del vino. Antonio Capaldo , presidente dei Feudi di San Gregorio è in lizza per il premio di “Innovator/Executive of the Year”, ed è la nomination per l’Italia dei “Wine Star Award” 2014 della popolare e prestigiosa rivista americana “Wine Enthusiast”, che ogni anno premia cantine e personaggi del vino mondiale che si sono particolarmente distinte.

In lizza per il titolo prestigioso ci sono anche Robert D. Torres (Trinchero Family Estates), Charles Banks (Terroir Capital), Christophe Baron (Cayuse Vineyards), e Michael Votto (Votto Vines Importing).

I candidati sono scelti dal team globale di editori a Wine Enthusiast Magazine che rappresentano le persone più influenti del mondo del vino del 2014. La Campania si ritrova così sul tetto del mondo per i produttori di vino.

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Antonio Capaldo

Antonio Capaldo sta guidando la sua azienda verso obiettivi sempre più ambiziosi e di assoluto valore. E’ opinione diffusa, ormai (tra gli addetti ai lavori e non solo) che Feudi di San Gregorio, negli ultimi 25 anni, abbia rappresentato – e continua a farlo – il principale traino del rinascimento enologico del Sud Italia. I vini, in bottiglie dall’etichetta moderna disegnata dal maestro Massimo Vignelli, sono stati lanciati in anteprima da Eataly e di recente sono sbarcati anche a New York. Un imprenditore lungimirante ed innovatore.

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Fondata nel 1986, la cantina di Sorbo Serpico, nel cuore dell’Irpinia produce oggi 3,2 milioni di bottiglie. I terreni di proprietà superano i 300 ettari e una pari superficie è oggetto di contratti di affitto a lungo termine con piccoli coltivatori locali. L’azienda è di proprietà della famiglia Capaldo ed è guidata dal 2009 da Antonio Capaldo, presidente e responsabile commerciale, e dall’agronomo Pierpaolo Sirch, amministratore delegato. Mission di questa realtà campana è la valorizzazione del patrimonio vitivinicolo, con particolare attenzione alla tradizione locale.

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Antonio Capaldo, la cantina

Già nel 1986, quando in molte zone d’Italia i vitigni internazionali stavano soppiantando le varietà autoctone, Feudi scelse di concentrare i suoi sforzi sui vini-vitigni della tradizione irpina: Greco di Tufo, Fiano di Avellino, Falanghina e Aglianico. I nuovi impianti nacquero dalla “riproduzione” dei vigneti storici (alcuni di oltre 100 anni), individuati grazie all’aiuto di anziani viticoltori locali e studiati geneticamente con il contributo di esperti. Grazie a questo impegno è stato possibile, soprattutto nell’area di Taurasi, il recupero di antiche viti di 150 anni di età coltivate con la tradizionale pergola, a cui si sono affiancati i vigneti moderni realizzati negli ultimi vent’anni.

Il vino di punta?  “Il Serpico, Irpinia Aglianico” dice Antonio Capaldo. Il progetto di questo vino coincide con il progetto stesso di creare Feudi di San Gregorio. “Valorizzare il nostro patrimonio tradizionale – di vitigni e viti – è stato infatti il motivo ispiratore dell’azienda; in questo modo è nata anche l’idea di un vino capace di condensare il frutto delle vigne più vecchie, con precisi protocolli vendemmiali, di vinificazione e di scelta dei legni, al fine di giungere a un prodotto capace di durare a lungo nel tempo. Le prove fin qui effettuate sono state positive; abbiamo ancora nelle nostre cantine i primi testi di Serpico dei primi anni Novanta, mai commercializzati, ancora freschi e strutturati». E le annate top= «La 1999 e la 2001, figlie di due vendemmie straordinarie; sullo stesso piano porrei la 2008 e la 2009, ancora molto giovani, ma frutto di una maggior consapevolezza da parte nostra delle reali potenzialità dell’Aglianico”.

 

 

 

 

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