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La Smart sempre più donna
grazie alla fantasia irpina

di Alberto Toro

 E’ sempre stata, per antonomasia, l’auto ideale per la donna. Piccola, agile, scattante, colorata, di classe. E d’ora in poi lo sarà sempre di più. “la Smart non va testata, va indossata”.

La nuova Smart ForFour, quattro porte, vanta una lunghezza di soli 3.49 metri con un diametro di sterzata appena di 8.65 metri. Disponibile con due motori tre cilindri entrambi da 999cc, la Smart ForFour model year 2014 può essere scelta in versione aspirata da 71 CV e turbo da 90 CV con un prezzo di partenza pari a 13.400 euro. Ma c’è un’altra particolarità, c’è un pizzico di ingegno e creatività campana nel nuovo progetto-Smart.

Alessia Tammaro, nata a Pietradefusi (Irpinia), 24 anni fa, entra a pieno titolo nello staff della Mercedes Benz per un anno, dopo aver sbaragliato la concorrenza di 400 studenti dell’Università Luiss di Roma, grazie al suo progetto di business (creato insieme ai colleghi universitari Marco Barletta e Matteo Teoman Teofili) per l’ultima generazione di citycar, la Smart ForFour.

 Cristina Chiabotto, Roland Schell di Mercedes Italia, alcuni finalisti e G Le Smart

Cristina Chiabotto, Roland Schell e Alessia Tammaro

Una formula che poteva essere benissimo un reality l’evento organizzato da Mercedes e dalla Luiss verteva sul progetto Business Game Luiss smart4future, un concorso a cui hanno preso parte 400 studenti e che ha riguardato il lancio della nuova city car a quattro porte. Un ottimo modo, secondo Giovanni Lo Storto, direttore generale dell’ateneo romano, per avvicinare i giovani al mondo del lavoro. Da 400, gli studenti sono rimasti solamente in 9 nella giornata di presentazione della ForFour e i vincitori del progetto sono stati solamente, come detto, solamente tre. Il tutto dopo una “selezione” dura, costituita da una serie di prove, in pratica bisognava organizzare, studiare, creare, lanciare la buova Smart sul mercato mondiale: dalla definizione del profilo dei potenziali clienti, all`identificazione del posizionamento, fino allo sviluppo del piano marketing ed alla scelta dei canali di comunicazione.

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Cristina Chiabotto è il volto Smart

“Abbiamo pensato alla nuova auto come ad una bella donna – dice Alessia Tammaro  -. Quindi, su una passerella con un tappeto rosso, all’interno di una camera armadio, ovvero il “paradiso” delle donne, pieno zeppo di vestiti, profumi, scarpe, tacchi a spillo. Ed infatti lo slogan che abbiamo ideato è: “la Smart non va testata, va indossata”. Oltre allo show room, abbiamo anche ipotizzato il lancio ufficiale sul mercato. Lo abbiamo pensato in un museo di Roma, con una sfilata, l’auto al centro, doppia passerella e le modelle vestite con abiti che rappresentassero le caratteristiche principali delle citycar. Ed ancora, spazio alla body art, alla street art, alla cucina, anche quella vegana”.

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Smart Forfour

Alessia Tammaro, insieme agli altri due ragazzi, ha presentato il lancio dell’ultima Smart all’Headquarter di Smart, a Böblingen in Germania, per presentare il piano di lancio. “Per un’intera mattinata – racconta Alessia – siamo stati con Annette Winkler (Ceo e direttore di Automobile intelligente, la divisione di Daimler Ag nota per la produzione e commercializzazione dei due passeggeri, motore posteriore Smart ForTwo e Smart Forfour city car): una full immersion, un meeting in inglese che personalmente mi ha formato moltissimo. In anteprima, abbiamo anche visto le nuove auto”.

Ora un anno di lavoro in Mercedes. Poi si vedrà. “Io spero poi di continuare questo è chiaro. Ma non farei drammi se dovesse finire li. Non avrei timore se l’esperienza si dovesse limitare al periodo di stage. La Luiss ci ha resi aperti e dinamici, il turn over non ci spaventa”.

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Alessia Tammaro

Alessia Tammaro ha un sogno, anzi più pragmaticamente un obiettivo: fare l’imprenditrice. Ma iniziativa, creatività e talento, emigreranno.“In Italia non si può fare impresa, è impossibile. Già sono stata in Marocco, conosco tutto alla perfezione di quel Paese e mi prodigherò per aprire lì un’attività alberghiera. Avevo un progetto per il mio paese, Pietrafedusi, ma la burocrazia mi ha complicato la vita ed ho preferito rinunciare, almeno per il momento. Certo, è un peccato: l’Irpinia ha davvero tanto, ma non sa proprio come valorizzarlo”. La realtà è questa. E dovrebbe far riflettere sempre di più. Non si può morire di burocrazia.

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