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Il separé della Presidentessa

di Ernesto Santovito

Il presidente con l’elmetto. Anzi, come direbbe lei, la presidentessa. La camera ormai è sempre più terreno di guerra: contestazioni, gesti plateali, assalti, insulti. E quasi sempre al centro delle proteste, c’è lei Laura Boldrini.

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Quando con un colpo a sorpresa Bersani ed i suoi elessero allo scrigno più alto la sconosciuta Laura Boldrini, ex portavoce per l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, furono in molti a pensare che certo non avrebbe fatto rimpiangere Luciano Violante, Pierferdinando Casini o Gianfranco Fini, i presidenti degli ultimi 15 anni. Ma ancora non la conoscevano bene.

Laura Boldrini, al di là delle oggettive difficoltà di condurre i lavori della Camera, (come non ricordare la “ghigliottina” applicata sulla discussione relativa al decreto Imu-Bankitalia) ha inanellato una serie di gaffe da lasciare onestamente molto perplessi.

IL DIAVOLO VESTE PRODI

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Tralasciamo la solerte opera di spending review operata alla Camera, quella che Andrea Vecchio, deputato di Scelta Civica ha definito “tagli fasulli, un’inaccettabile presa in giro di tutti quegli italiani, con il tetto dello stipendio al netto dei contributi previdenziali e inspiegabili indennità di funzione e con l’introduzione di un incentivo di produttività. Risultato? Molli dipendenti Camera senza alcuna preparazione specifica continueranno a superare abbondantemente il famoso tetto dei 240mila euro annui”.

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Tralasciamo la dichiarazione anti casta “non voglio la scorta, non ho paura di camminare per Roma…” finita con  l’attribuzione del più imponente apparato di sicurezza che la Casta ricordi: due auto blindate Bmw serie 5, più una terza che si occupa dei sopralluoghi (i cosiddetti “anticipi”), per un totale di dodici uomini al giorno, 24 nell’arco di 24 ore. E se non bastasse, l’abitazione della terza carica dello Stato viene sorvegliata anche da una quarta auto civetta. E non è finita qui. La presidentessa si sarebbe fatta installare, a difesa del suo appartamento, un impianto di sicurezza inviolabile, munito di una serie di telecamere posizionate in luoghi strategici.

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Soffermiamoci sulle poche volte che il presidente della Camera ha rilasciato dichiarazioni, detto qualcosa. Una serie di capitomboli che la dovrebbe indurre al silenzio. Come la vera e propria fissa che ha sul sessismo. Prendiamo ad esempio l’occasione del viaggio in Sudafrica per assistere ai funerali di Nelson Mandela. Con lei c’è anche il compagno. Si scatenano le solite polemiche. Come è sempre avvenuto, in queste occasioni del resto. Ma la Boldrini ha una visione del tutto personale. “Credo proprio che il problema sia un altro. A fare ‘scandalo’ è il fatto che una donna delle istituzioni sia accompagnata da suo marito o dal suo compagno. Nessuno si sogna di contestare la presenza di una moglie o di una compagna al fianco dei vertici istituzionali di genere maschile” E i casini scoppiati per Silvio Berlusconi, Clemente Mastella e Francesco Rutelli, ancora tutti di sesso maschile all’anagrafe? Mah…

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Sull’argomento è una escalation. Sentite questa dichiarazione a sostegno delle donne-sindaco. “Quella della mafia è una violenza sessista. Pensa che le donne hanno paura invece non è vero”. Incredibile ma vero pensare alle minacce mafiose con discriminazione di genere.

E non parliamo della sua campagna contro l’utilizzo delle donne nella comunicazione. “È inaccettabile che ogni prodotto venga veicolato attraverso il fisico femminile. Le multinazionali fanno queste pubblicità con le donne solo in Italia e non in altri Paesi “.

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Ed allora si è scagliata contro un timido spot dove, udite udite, “la mamma serve la famiglia a tavola. In altri paesi non è concepibile”, così come tanto ha detto , tanto ha fatto, ha considerato una vittoria personale il fatto che la Rai non trasmettesse Miss Italia, “perché le donne non possono sfilare in televisione numerate.. “ Un’ossessione, un’ossessione. E le idee sono molto confuse, al punto di enunciare da Lucia Annunziata a “In 1/2 Ora”, una statistica evidentemente coperta da segreto di stato. “Le donne rappresentano il 50 per cento della popolazione femminile…”

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Le idee sono confusissime. In Sardegna poi, sarà il mare, saranno le spiagge, va in tilt di brutto. Come quando ad Oristano parlando e twittando disse  “Eleonora d’Arborea che 700 anni fa amministrò la città, tutelando donne, minori, stranieri” un’affermazione che in una terra indipendentista suonò come una provocazione visto che Eleonora era una regina e governava uno stato sardo. Oppure come quando a Nuoro facendo visita alla casa di Grazia Deledda, esclamò convinta, “una grandissima artista. Ho sempre ammirato incondizionatamente i suoi dipinti…” Peccato che Grazia Deledda, punta di spicco del verismo, autrice di Canne al vento, sia stata premio Nobel per la letteratura.

 

Ma è davvero un festival di passi falsi, un autogol dopo l’altro. Alcuni dei quali molto infelici. Come ad esempio quando nel momento che il governo Letta giura al Quirinale, uno squilibrato ferisce tre Carabinieri a colpi di pistola, riducendone uno in fin di vita Luigi Preiti. Il commento sconvolgente della terza carica dello Stato. “la crisi rende le vittime carnefici”.

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L’obelisco

E’ un ciclone la presidentessa. Sbaglia la data del giorno della memoria: invoca (e poi fa un passo indietro rendendosi conto della gaffe) di togliere la scritta “Mussolini Dux” dall’obelisco; fa fare anticamera Aung San Suu Kyi, premio Nobel per la Pace alla prima visita ufficiale in Italia, perché ha una riunione niente di meno ché con alcuni suoi collaboratori; non va, benché annunciata, alla presentazione degli investimenti Fiat in Val di Sangro,  inviando a Marchionne una lettera di protesta contro il modello industriale dell’azienda torinese; manda la polizia a casa di un povero invalido, disoccupato Felice Ferrucci, colpevole di aver scritto su Facebook “Ma in questo modo si spendono i soldi pubblici?”

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L’ultima che ha combinato la signora presidentessa , attiene, diciamo alla sfera privata-istituzionale, questione di protocollo. Il tema della discordia? Una cyclette. La Boldrini ha deciso di dimagrire, e vuole fare un po’ d’esercizio. Ed ha pensato bene di piazzare la bici nel suo ufficio, operazione che ha sconcertato e scombussolato i funzionari di Montecitorio. “Presidente non può stare qui, il sellino, quei pedali, se poi viene qualcuno in visita, come si fa… Bisogno mantenere un decoro istituzionale… “

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Ma la presidenta ha tenuto il punto: la voglio qui vicino a me e basta, in modo da poterla usare nei ritagli di tempo. Poi un ripensamento, chissà, il consiglio di qualcuno. Ed allora ha chiesto ai commessi di procurare un paravento per coprirla. Poi però neanche il separé andava bene perché la gente si incuriosiva e chiedeva che cosa c’era là dietro, provocando comunque imbarazzo e disagio.  Ed allora contrordine del contrordine. Via la cyclette, spostatela in un’altra stanza. Già ma poi come faccio? Avrà pensato. Insomma facciamola breve, ogni volta che la presidentessa della Camera suona il campanello i commessi portano la cyclette, altra scampanellata e la cyclette sparisce.  E pensare che si era presentata come l’anticasta…

 

 

 

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