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La riforma dei crisantemi

di Eduardo Palumbo

“Sii  cauto nel parlare, perché tu non abbia a vergognarti se le tue azioni  non fossero state poi all’altezza dei discorsi.” Chissà, forse se Matteo Renzi avesse dato uno sguardo a Confucio, o se preferite Maestro Kong, il fondatore della Scuola Ru del pensiero cinese, il filosofo delle  primavere e degli autunni, probabilmente si sarebbe risparmiato, qualche promessa e qualche proclama.

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Matteo Renzi

Quindici  gennaio 2014, insomma poco più di un anno fa., il Premier cinguettava così. “Legge elettorale. Le regole si scrivono tutti insieme, se possibile. Farle a colpi di maggioranza è uno stile che abbiamo sempre contestato”. All’epoca il leader del Pd rivendicava il diritto-dovere di riscrivere le regole con una maggioranza il più ampia possibile. Era lo spirito del Patto del Nazareno, che sarebbe stato siglato da Renzi e Berlusconi tre giorni dopo (18 gennaio 2014).

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E per essere coerente con se stesso, è venuto il giorno che il consiglio dei ministri del governo Renzi ha autorizzato la fiducia sulla legge elettorale. Che tradotto in termini pratici vuol dire cari deputati “otturatevi pure il naso, ma votate l’Italicum altrimenti si va tutti a casa…” Fiducia su una legge elettorale: solo due precedenti, la legge Acerbo e la legge truffa. Si sente aria di fascismo. Ed è questo il nuovo proclama –tweet della svolta, anzi della sfida. “La Camera ha il diritto di mandarmi a casa, se vuole: la fiducia serve a questo. Finché sto qui, provo a cambiare l’Italia. #lavoltabuona”. L’ennesimo, ultimo, decisivo schiaffo alla minoranza del suo partito. Renzi che ha professato grandi intese per la legge elettorale e poi all’ultimo atto c’è arrivato da solo, solo con la sua corrente. L’Italicum è rimasta la riforma del solo renzismo.

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Gelmini, Carfagna e Brunetta

E quando la ministra Maria Elena Boschi annuncia la decisione del governo, è una pioggia di crisantemi in aula. E’ il funerale della democrazia. “Fascisti”, “Vergogna”, “branco di maiali”, infami”, l’aula insorge. “Non consentiremo – attacca Renato Brunetta – il fascismo renziano. Faremo di tutto per impedirlo, dentro e fuori questa Aula. Non consentiremo che questa Aula sia ridotta a un bivacco di manipoli renziani”.  “Uno strappo incomprensibile dopo il voto compatto sulle pregiudiziali di costituzionalità -ha detto Barbara Pollastrini, esponente dell’area di Sinistra Dem che fa capo a Gianni Cuperlo –  Alla mano tesa si è preferito rispondere erigendo muri. Sono tanto rammaricata. Ho sperato fino all’ultimo un altro tipo di fiducia: quella nel Parlamento e nel Pd”.

Camera, legge stabilita'

Stefano Fassina

 

Ci va giù ancora più duro Stefano Fassina. “Si tratta di un atto di arroganza nei confronti del Parlamento e di un granve vulnus alla democrazia. E la responsabilità è tutta del presidente del Consiglio. Le regole del gioco dovrebbero essere largamente condivise, invece non sono condivise neanche dalla maggioranza del governo. Che, anziché correggere una legge sbagliata, impone l’ubbidienza al Parlamento attraverso il voto di fiducia. L’Italicum nasce con un deficit di legittimità politica più profondo del Porcellum”.

Italicum: Camera avvia esame questioni pregiudiziali

Civati e Rosi Bindi

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Gulletti e Bersani

“Io – dice Bersani- non avevo dubbi che avrebbero messo la fiducia. Qui c’è in gioco una cosuccia che si chiama democrazia. Quando sento dire che la gente non sa o non capisce, io dico: ‘Tocca a me farlo capire?’. Un po’ sì, ma non solo a me. Tocca a tutti farlo capire. Ma qui non c’è Bersani o Renzi, c’è qualcosa di più serio e voglio ripeterlo: la democrazia”.

 

 

 

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