Psi, la sigla è carica di storia. Leggendaria. Ma nella riproposizione di De Luca e De Magistris, assume un contorno del tutto diverso. Partito sospesi italiani. Le poltrone da Tar o, meglio, quelli che se ne fregano della Severino. O, peggio, come ha detto lo sceriffo De Luca “di Severino conosco solo Mercato San Severino”. De Luca e De Magistris: Pasqua, Pasquino e Pasquetta. Il destino di Napoli e la Campania è un uovo di Pasqua, con tanto di sorpresa.Perché riproporre vecchi articoli, reportage, interviste? Volando alto con Giorgio Manganelli, scrittore, giornalista potremmo dire che “una civiltà letteraria non è fatta di letture, è fatta di riletture”. Più semplicemente il ripresentare alcuni articoli rappresenta una grande opportunità. Un modo per scoprire giornalisti o protagonisti di un’altra generazione, di conoscere o ricordare fatti, dimenticati. Per riproporre interviste e reportage dei giorni nostri.

De Luca e De Magistris

I migliori accordi politici si stringono a tavola. Dinanzi ad una buona cena. E giovedì sera si è tenuto il primo (riservatissimo) incontro tra Vincenzo De Luca e Luigi de Magistris. Via Cimarosa ore 21, si apre la porta di casa Pasquino. È, infatti, il presidente del consiglio comunale napoletano che sta facendo da pontiere tra i due sindaci eretici, allergici ai partiti allo stesso modo, accomunati da un unico destino: aver piantata sulla testa la spada della legge Severino.

Raimondo Pasquino

Raimondo Pasquino gioca un ruolo fondamentale, di cerniera: ex rettore dell’ateneo di Fisciano, ha sempre, nonostante il suo partito d’origine l’Udc abbia preso strade differenti, mantenuto un saldo rapporto sia con de Magistris sia con De Luca. Tant’è che a Salerno è commissario straordinario dell’azienda di trasporti e a Napoli siede sullo scranno della presidenza dell’assemblea cittadina. Non solo. È amico da sempre di Ciriaco De Mita, altro protagonista della scena regionale. Non ultimo, Pasquino sembra essere una delle poche (anzi quasi inesistenti) certezze del futuro governo De Luca. L’ormai stranota giunta tecnica che per ora ha più scontenti che fan, visto che il neogovernatore vuol tenere fuori consiglieri regionali eletti e non e puntare su alti profili. A tutt’oggi l’ex rettore è in pole per la vicepresidenza, ma non è detto, potrebbe anche essere assessore.

Luigi De Magistris

A quanto pare, però, l’argomento cardine della serata non è stata la squadra di De Luca, ma il futuro di Napoli e soprattutto di Bagnoli. De Magistris vorrebbe in De Luca una sponda per contrastare la scelta del governo di «esautorare» il Comune di Napoli dalla partita. L’idea del sindaco è di fare lui il commissario. Pasquino, durante l’inaugurazione della metropolitana di piazza Municipio, lo ha anche chiaramente detto al ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio. Che, con altrettanta chiarezza, gli ha risposto di no. Il governo, infatti, vorrebbe un profilo manageriale o comunque tecnico. Il braccio di ferro, visto che ieri il commissario non è stato nominato, dunque prosegue. Ed è in questo quadro che si inserisce il neopresidente. Non è chiarissima la posizione di De Luca su Bagnoli e sul commissariamento.

Vincenzo “sceriffo” De Luca

In campagna elettorale ha fatto solo intendere che il Comune, da ex sindaco, deve essere coinvolto di più. Vedremo nei prossimi giorni se l’asse De Luca-de Magistris esiste davvero oppure è stata un’illusione da campagna elettorale. E sarà decisivo anche in vista delle comunali. De Magistris sarà il candidato del centrosinistra riunito e De Luca farà da regista dell’operazione oppure no? Se a Napoli si dovesse votare domani, con de Magistris e M5S come avversari, il Pd sarebbe destinato ad un’altra sconfitta. I democratici ne sono consapevoli. Non ci vorrà molto tempo comunque per vedere tutte le carte sul tavolo.

 (Simona Brandolini, Corriere del Mezzogiorno)

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