In edicola con il Mattino “Il caso Semerari” la storia di un criminologo che, evidentemente sapeva troppo, un omicidio troppo frettolosamente archiviato secondo alcuni studiosi col marchio della camorra. Dal caso Moro, alla strage di Bologna, dal sequestro Cirillo alla vicenda di Ustica, il nome di Aldo Semerari è comparso in tutte queste storie, in tutti questi Misteri d’Italia. E questo dovrebbe far riflettere.
“Il professore era arrivato a Napoli, il 25 Marzo del 1982, un giovedì. Trascorse quasi l’intera giornata a Sant’ Eframo con Giuseppe Montagna, un guaglione di Raffaele Cutolo che due mesi prima, nelle camere di sicurezza del Tribunale, aveva ucciso con un colpo di pistola al cuore un affiliato alla Nuova Famiglia. , poi in serata una volta tornato in albergo, telefonò ad un vecchio amico, l’avvocato Renato Era, un agente del Sismi, amministratore di villa Mafalda, una casa di cura di cui con la quale collaborava e di cui si servivano i servizi segreti.”
“Renato devi far venire qui subito qualcuno, uno o due agenti, fai presto… Quella del professore era in tutto e per tutto una richiesta di aiuto. Semerari doveva aver capito di essere in pericolo che c’era qualcosa di strano… E neanche a dire che il criminologo non fosse abituato a trovarsi in situazioni difficili, spesso al limite. Tutta la sua vita correva sul filo di un rasoio, soprattutto negli ultimi tempi, dopo che era stato inquisito, arrestato e prosciolto per la strage di Bologna. Recentemente, proprio un uomo dei servizi segreti che faceva anche da collegamento con la Cia, gli aveva consegnato un giubbotto antiproiettile raccomandandogli di indossarlo. “Non ne fare mai a meno…”
Ed invece Semerari non lo indossò mai. Raccontò sua moglie Elda Colasanti. “Quando mi mostravo preoccupata per i suoi rapporti con la camorra, mi rassicurava dicendomi che difendeva entrambe le organizzazioni (la Nuova camorra organizzata e la Nuova famiglia), per cui non aveva timori di vendette. Portava sempre la pistola con sé ma non volle mai indossare il giubbotto antiproiettile che gli avevano dato… “.
“Il caso Semerari” di Eduardo Palumbo è il settimo degli otto libri della collana Noir Napoletano per due mesi ogni giovedì in edicola con Il Mattino (al prezzo di 2,80 euro più il costo del giornale). Noir Napoletano è una collana diretta da Gianpaolo Santoro, edita da “Marotta & Marotta”. A raccontarci le storie di sangue firme importanti del giornalismo napoletano: Mimmo Carratelli, Giuseppe Crimaldi, Pietro Gargano, Daniela Iorio, Eduardo Palumbo, Gianpaolo Santoro e Angelo Vaccariello.