di Giovanni Pasàn
Due milioni di dollari di schifezze. Il calcio è rotolato ancora una volta nella fogna. Il pallone si è sgonfiato, anzi se ne sono sgonfiati due. Il guaio è che si chiamano Blatter e Platini, i padroni del gioco. Le mani sporche sul calcio
Tutto per una mazzetta di due milioni di dollari pagata da Blatter nel 2011 nei confronti di Platini “per lavori come adviser presidenziale dal 1999 al 2002”. Il comitato etico della Fifa ha squalificato per 8 anni Sepp Blatter e Michel Platini, che vengono così estromessi da qualsiasi attività legata al calcio. Una vergogna.
Il Re è nudo. Questa è la fine, soprattutto, di Michel Platini, le roi, il moralizzatore del nostro calcio, l’utopia del Robin Hood degli stadi, quella di togliere qualcosa ai ricchi scemi del pallone per darlo ai poveri, tanto per semplificare, l’idea che le disparità tra le società, nel calcio moderno, sono sempre più spesso dovute a un fattore economico piuttosto che a uno sportivo. E l’esigenza moralizzatrice verso un calciomercato sempre più folle, con calciatori pagati intorno ai cento milioni di euro, ingaggi principeschi, e procuratori imperanti. “Bisogna fare in modo che passione faccia rima con ragione, che il calcio abbia un bilancio sostenibile…” sentenziò Platini. Era la controrivoluzione dell’Uefa, il punto fondamentale degli undici valori che rappresentavano la piattaforma del calcio del futuro.
La “tangente” di Blatter a Platini ha bucato il sogno di un calcio livellato e “controllato”, utopia del resto già minata seriamente dall’Unione Europea che ha stabilito che il fair play finanziario è contrario al principio della libera concorrenza. Ma ha bucato anche il sogno del grande campione che aveva fatto impazzire le folle, soprattutto quelli della Juve che cantavano come i Beatles “Michel, ma belle…”, del calciatore che, come scrisse Giuseppe Pacileo, “con la sua grande intelligenza calcistica e notevole dimensione umana, paragonabile soltanto a quella di Falçao, ha segnato l’inizio degli anni ottanta”.
E’ crollato così un altro mito di un calcio sempre più ricco di petroldollari ma sempre più povero di campioni, di quelli che fanno battere il cuore. Una volta c’erano gli angeli dalla faccia sporca, oggi abbiamo soltanto i manager dalle mani sporche…