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Bye bye Charlie

di Giovanni Pasàn

Facciamoci il segno della croce, ne abbiamo bisogno. E confidiamo nell’anno della Misericordia. Vengono i brividi riannodando tutto quello detto e sbandierato negli ultimi mesi dal Comitato nazionale per l’ordine e la sicurezza presieduto dal ministro dell’Interno, Angelino Alfano  

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Un piano speciale, l’assunzione straordinaria di 2.500 unità delle forze di polizia, l’aggiunta da due mesi di oltre 1.100 unità di rinforzo agli uffici di Roma, due circolari, una del Ministro Alfano e l’altra del Capo della Polizia Alessandro Pansa, a prefetti e questori a rafforzare la vigilanza su oltre tredicimila obiettivi. Tutto predisposto nei minimi dettagli, nulla lasciato al caso. Potenziati tutti i dispositivi di sicurezza, (anche un numero unico di emergenza, il 112) calibrando l’impiego delle Forze di Polizia, tenendo conto di tutte le variabili possibili. Già, perché a partire dall’8 gennaio, il livello di sicurezza è stato innalzato un grado sotto l’allerta massimo, il Delta, che si raggiunge solo quando un attacco è in corso. Roma città aperta ma con discrezione militarizzata, insomma nulla non sfuggirà nulla.

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Bene, molto bene. Ci sentiamo tutti più rassicurati. Ma allora mi spiegate come sia possibile che un uomo entri con un “mitra” alla stazione Termini, che scatti l’allarme, che la notizia arrivi anche ai telegiornali, che scatti immediatamente l’allarme, che vengano fatti allontanare tutti i passeggeri dai binari, che la macchina da guerra di polizia, carabinieri, polfer, servizi segreti e chissà cos’altro ancora, si mette in moto, comincia, in poche parole, la grande caccia all’uomo. Battono i cuori, rimbalzano le immagini sanguinarie del Bataclan la strage nella scuola per disabili di San Bernardino, in California…

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E poi? Luca, il pizzaiolo, “l’uomo col mitra” immortalato dalle telecamere della stazione Termini e ricercato in tutta Roma dopo la segnalazione al 112, il nuovo Luciano Lutring (ricordate il solista del mitra?) prende al binario 21 il treno Roma-Cassino, con quel kalashnikov raccattato da un cassonetto, un regalo per il figlio. Ascoltare il suo racconto di un pomeriggio da pazzi, fa venire i brividi.

“Sono entrato nella stazione Jonio, sono passato ai tornelli, ho timbrato il biglietto e sono salito sulla metropolitana per andare alla stazione Termini. Avevo in mano il mitra giocattolo ovviamente. Sono passato vicino a tanti poliziotti, ma nessuno mi ha fermato, detto niente. Solo sul treno. Mi si è avvicinato il controllore e mi ha chiesto prima il biglietto, poi dove avessi preso il fucile che avevo sulle gambe. Poi ha chiamato un carabiniere che era nello stesso vagone e quest’ultimo mi ha domandato di visionare l’arma. Ha capito subito che era un giocattolo. Non mi ha chiesto i documenti, si sono allontanati ed è finita così… Se fossi stato un terrorista si, avrei potuto fare una strage. Quando ho visto il giorno dopo la mia foto in televisione e che mi stavano cercando, sono io che sono andato dai carabinieri…

FIRENZE:PATTUGLIA POLIZIA ANTITERRORISMO

E questa sarebbe il livello massimo di sicurezza, prima di un attacco di guerra o quasi? E questo sarebbe il coordinamento fra le varie forze dell’ordine, il piano di sicurezza, il “siamo pronti a fronteggiare” qualsiasi evento. E questo sarebbe il fantomatico piano Charlie, cioè  quando si è in presenza di forti indizi di attacco terroristico in preparazione o quando rapporti dell’intelligence avvisano di una attività terroristica imminente?

Certo, nessun Paese è a rischio zero, l’ha ribadito più volte il ministro Alfano. Ci sbaglieremo, anzi ci auguriamo di sbagliare, ma la sensazione è che noi siamo a sicurezza a zero… Facciamoci il segno della croce, lo dicevamo in apertura…

 

 

 

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