di Giovanni Pasàn
Il collezionista. L’uomo di polso, Matteo Renzi e gli orologi, una passione incontenibile. Nulla riesce a fermarlo. E la vicenda dei Rolex a Ryad è solo l’ultimo capitolo. Una delegazione di nani e ballerini, si disse una volta di Craxi per un viaggio in Cina. Ma se pensiamo alla baruffa di Ryad c’è da mettersi le mani nei capelli. Quello che è successo due mesi fa al palazzo reale di re Salman è ai confini della realtà, l’assalto ai regali, la lite, l’irrituale (non previsto ne consentito da alcun cerimoniale) intervento degli uomini di scorta che hanno sequestrato tutti gli orologi, la figuraccia reale.
Che fine hanno fatto i Rolex? L’ultimo mistero italiano. Certo che se non sono andati i beneficenza, l’affare si ingrossa. Già perché i dipendenti pubblici non possono accettare omaggi di valore superiore ai 150 euro (direttive Monti 2012 e legge Patroni Griffi 2013), che diventano 300 per premier, ministri e familiari (decreto Prodi 2007).
Le passioni sono passioni. Ognuno ne ha almeno una, chi ama le macchine veloci, chi i francobolli, chi le barche, chi esce pazzo per gli orologi. Il Premier appartiene decisamente a questa ultima categoria. Renzi è un collezionista di orologi e, si sa, la voglia cresce nel tempo.
Il primo Renzi quello ancora rottamatore che si voleva mangiare il mondo alla Leopolda del 2013 al polso aveva un semplice Swatch colore viola, il colore del cuore calcistico la Fiorentina. L’anno dopo alla Leopolda aveva un Audemars Piguet Royal Oak, valutato almeno 15mila euro. Si sussurra potrebbe essere stato un dono di Vladimir Putin, appassionatissimo di orologi di lusso, incrociato il 17 ottobre del 2014 a Milano per l’incontro Asia-Europa. Chissà.
Alla presentazione del libro di Massimo D’Alema alcuni mesi dopo il segretario del Pd mostrava al polso un Rolex Daytona del valore di non meno di 10mila euro. Modello simile avvistato lo scorso 7 dicembre, quando Renzi è comparso alla Prima della Scala di Milano, poco dopo il viaggio a Ryad. Un regalo di amici? Chissà numero due.
Un altro orologio della collezione del premier è un raro esemplare di Wooch, un orologio con cinturino in legno, disegnato e fabbricato da una società di studenti estoni. E questa volta, almeno si sa la provenienza. Matteo l’ha visto al polso del più giovane primo ministro d’Europa, più giovane di Renzi, Taavi Roivas leader del partito dei riformatori, capo del governo in Estonia. Vederlo e innamorarsene, è stato un tutt’uno. Renzi comincia a tessere le lodi di quell’orologio, a decantarne l’originalità, la classe, la linea: insomma “obbliga” quasi il collega di Tallin a regalarglielo, seppure controvoglia. A quel punto fare orecchie di mercante sarebbe stata una grossa scortesia. Però di certo non fu un regalo spontaneo. Anzi. Secondo il corrispondente a Roma di Ndnews, Rovais avrebbe definito in una riunione Renzi un “vero e proprio scroccone”. Il governo di Tallinn non conferma l’insulto ma nemmeno non smentisce l’episodio… Diplomazia.