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L’isola dei (partiti) famosi

 di Giuseppe Mazzella

 Gli anni ‘ 60 del ‘ 900 furono di grande partecipazione civile soprattutto quelli che vanno dalla metà alla fine culminati nel ‘ 68 francese e nel ‘ 69 napoletano. Quella generazione – alla quale appartengo – fu detta sessantottina perché la gioventù si ribellò ai padri e chiese a gran voce una società più giusta e più umana  e – con modi e concezioni diverse – si dichiarò contro il sistema di sviluppo capitalistico con il gran guru Herbert Marcuse  ed il suo libro “ l’uomo ad una dimensione”.

Questa partecipazione si manifestò anche nell’isola d’ Ischia. Gli studenti superiori che allora erano quelli del liceo classico ad Ischia e dell’ Istituto Tecnico per ragionieri e geometri di Casamicciola si organizzarono  in associazioni.  Cominciarono le prime proteste scolastiche con scioperi per la mancanza di insegnanti, aule inadatte, trasporti inefficienti. Gli studenti non avevano diritto all’ “ assemblea” e chi scioperava veniva punito. Nacquero i giornali studenteschi ciclostilati – “ L’ Astarotte” del liceo e “ L’ Intervallo” per i ragionieri. Si tenevano ogni sabato conferenze su temi culturali e di attualità in sedi d’ occasione ed una delle quali era quella del “ Circolo del Forestiero” che si trovava ad Ischia Porto, poi scomparso. Non c’erano i “ crediti formativi” per chi partecipava ad una conferenza.

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Berlinguer e Craxi e le delegazioni Pci -Psi

Con questa voglia di partecipazione della gioventù nacquero o si consolidarono i partiti politici di opposizione alla Dc la cui classe dirigente, nata e cresciuta all’ombra di una Chiesa Diocesana molto politicizzata dall’allora Vescovo Antonio Cece, nei Comuni con sindaci-podestà rappresentava la “ conservazione”  o il mantenimento di un ordine costituito che di fatto impediva la libertà di opinione e di dissenso.

Erano partiti “ solidi” rispetto ai cosiddetti partiti  “liquidi” di oggi. Tanto solidi che, ad esempio ad Ischia, assessori o sindaci si dovevano confrontare frequentemente con la “ base”. Non contava solo essere consigliere ma era importante essere il “segretario della sezione” ed era difficile e competitivo essere eletto perfino nei consigli direttivi della sezioni.

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La Dc aveva addirittura un “ Comitato di Zona” costituito dai notabili dei sei Comuni ed il modello fu copiato dal Psi e dal Pci. Gli storici segretari di zona furono Antonio Castagna per la Dc, Giuseppe Iacono per il Psi e Crescenzo Monti per il Pci che nel 1975 erano tutti e tre consiglieri comunali di Casamicciola (Castagna e Iacono erano anche consiglieri provinciali di Napoli e Giuseppe Iacono era addirittura Presidente della Provincia di Napoli). Negli anni ‘ 70 per rappresentanza politica il consiglio comunale di Casamicciola,che contava 20 membri, era  il più importante fra i sei dell’ isola.

I partiti “ liquidi” di oggi soprattutto il “ Partito Democratico” e “ Forza Italia” in linea nazionale con un nuovo cesarismo hanno leader locali ma non hanno organizzazione territoriale. Hanno voti che non si possono più definire “ politici” ma di consenso personale.

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Domenico De Siano e Giosy Ferrandino

“ Forza Italia” poi trasformatosi in “ Partito delle Libertà” per poi tornare alla vecchia denominazione ha un leader assoluto in Domenico De Siano che in vent’anni è stato sindaco di Lacco Ameno,consigliere provinciale di Napoli, consigliere regionale della Campania e senatore della Repubblica per due legislature, occupando tutti i ruoli ma è stato anche senatore per due legislature Salvatore Lauro  con “ Forza Italia” e nessuno dei due è stato capace di costituire una classe dirigente locale territorialmente organizzata e rappresentata politicamente nelle sei assemblee comunali.

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Medesima cosa nel Pd – nata dalla fusione a freddo tra i postdemocristiani ed i postcomunisti con grande prevalenza dei primi – che ha avuto un sol leader in Giosy Ferrandino, sindaco di Casamicciola e poi sindaco di Ischia per due consiliature ed ancora in carica, diventato anche consigliere provinciale di Napoli fino allo scioglimento e primo dei non eletti al Parlamento Europeo. Ma il Pd non ha una organizzazione territoriale. Ha un “ ufficio”, sempre realmente chiuso, nel solo Comune di Ischia e la “ segretaria” è la signora Anna Fermo, ex militante dell’ Udc  ed attualmente  funzionaria a contratto del Comune di Ischia.

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Questa militanza “ liquida” impedisce un confronto programmatico perché queste classi dirigenti non hanno rappresentanza o legami politici “ solidi” con i nuovi partiti e tutti sono stati eletti consiglieri o sindaci con” liste civiche” senza alcun colore e senza alcun controllo democratico in qualche modo esercitato dalle vecchie sezioni dei partiti “ solidi”. Queste classi dirigenti dei partiti “ liquidi” non hanno nemmeno gli stimoli per una polemica programmatica che si esercitava un tempo con manifestazioni, congressi, convegni, assemblee e la polemica è ridotta alla semplice gestione del Comune più o meno (e meno che più) di un “ condominio”.

La proposta programmatica è promossa dai cosiddetti “ stakeholders”  e cioè le associazioni di servizio o volontari civili che si  sono sostituiti ai partiti nell’ occupazione di uno spazio sociale.

Ma non basta tutto questo evidentemente per creare una nuova classe dirigente. C’è bisogno di una “ formazione” e di un modo di concepire la Politica che è servizio civile partecipato realmente e non virtualmente con Facebook. Per chi si è formato senza “ crediti formativi” questo sembra un altro mondo ed è visto come un marziano che parla e scrive in modo incomprensibile.

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Solo con un ritorno ai partiti “ solidi” al tempo dell’ obsolescenza delle ideologie che non sono crollate come acutamente ha osservato Giuseppe Tedeschi di recente sul “ Corriere della Sera”.

Sono crollate solo due ideologie:  il marxismo-leninismo e il neoliberismo. Il confronto tra liberalismo autentico e socialismo democratico, tra religione e politica, nazionalismo  e europeismo, ed altro ancora è ancora aperto e cerca nuovi protagonisti.

 

 

 

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Un pensiero su “L’isola dei (partiti) famosi

  1. Giuseppe di meglio

    Condivido la ricostruzione storica degli anni sessanta che ha gestito con il centrosinistra la grande crescita del dopoguerra, articolano lo stato sociale. Ugualmente mi appare appropriato il giudizio sul quadro politico della isola di ischia con il serrato confronto fra Dc e PSI. Parimenti e’ giusto il giudizio sulla crisi politica della nostra comunità nella attuale fase in cui non esiste più confronto e programmazione, lasciata ai singoli. La responsabilità e’ però della attuale classe politica che non crede nella dialettica delle idee.

    Replica

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