Codice & ormoni
  
  
 

   
   
   Vizi privati e pubbliche virtù/ Che succede quando il magistrato “perde” la testa…    
    
 di  Eduardo Palumbo

Codice & ormoni

 di Eduardo Palumbo

C’è un film nei nostri cinema “L’hermine”,  “La corte” (premiato per la migliore sceneggiatura alla Mostra del cinema di Venezia) che racconta di un giudice innamorato. Un film “pudico e lieve che non riesce però a irrobustire drammaturgicamente i temi messi in campo” come ha scritto Valerio Caprara. Eppure a volte basterebbe riscrivere quello che ci regala la cronaca…

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Barbara Bresci

Ultimamente alla ribalta la vicenda dell’inflessibile Pm che ha indagato sui depuratori, fogne e discariche della Riviera ligure, ma non solo. Dalla tutela dell’ambiente a quello strano ambientino del Casino di Sanremo, dove alcuni dipendenti rubavano fiche di 100 euro al tavolo della roulette. Ha indagato anche su quello. Tanta roba insomma, per una terra che vive, soprattutto, di turismo e giochi.

Ma poi che ti va a capitare?  “Tanta roba…” come ha confidato il pm ad un’amica. Succede che all’improvviso ti arriva Gabriel Garko in pigiama, il peccato e la vergogna, un’aria sofferente e spaurita, e ti parla a fatica di una esplosione, una villetta, venuta giù, la morte di una povera signora. Il Pm Barbara Bresci, “l’onore e il rispetto” proprio come la fiction, resta comunque stregata, diciamo la verità.

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Gabriel Garko

Ed alla domanda dell’amica invidiosa e curiosa su Facebook “Ma è davvero tanto bello?” non può che rispondere “Si”. E ad un’altra che chiede “Ti sei rifatta gli occhi” esprime ancor meglio il suo pensiero. “È tanta roba anche se acciaccato e in pigiama”.

Ormoni e sospiri. Dal salotto infinito della Rete la vicenda è finita addirittura sul tavolo della Procura generale di Genova. “Ci sono specifiche norme che impongono la massima riservatezza” ha detto il pg Valeria Fazio, massima autorità inquirente ligure.

Ma non basta, nel dibattito fra toghe è intervenuto in modo spiccio ma deciso anche Francesco Pinto, componente della giunta dell’Associazione nazionale magistrati ligure..  “Continenza!”, ha sentenziato, senza possibilità di appello.

ALESSANDRO CHIONNA

Alessandro Chionna

Ma mica è la prima volta che batte il cuore quando si interroga qualcuno. Ricordate Alessandro Chionna quel pm che finì sulle prime pagine dei quotidiani tutta Italia per l’inchiesta sui provini a luci rosse in un’accademia per lo spettacolo di Biella e che arrestò Gigi Sabani e Valerio, Merola? L’inchiesta (che vide coinvolta anche Raffaella Zardo) finì con l’archiviazione e il non luogo a procedere per tutti gli indagati, giusto per la cronaca. Interrogando, interrogando scoppiò la passione fra il giovane Chionna, all’epoca ventisettenne, e l’ex compagna di Gigi Sabani, Anita Ceccariglia, una della nidiata di “Non è la Rai”, che ha finito con lo sposare un anno dopo in una cerimonia burrascosa a Roma (venne comunicata una chiesa sbagliata, ci furono una serie di incidenti con l’esercito di dieci guardie del corpo che allontanavano giornalisti e curiosi). Chionna due anni fa è stato indagato per corruzione. Capita…

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Nicole Minetti

E come non ricordare le “imprese” di “Buongiorno, io sono il nipote del procuratore Esposito”. La leggenda vuole che si presentò così alla Procura di Milano Ferdinando Esposito, una quarantina d’anni, giudice per tradizione di famiglia, nipote e figlio d’arte, nell’ordine di un procuratore generale e di un giudice, un pm che si occupa nella vita professionale di anti-contraffazione e malefatte del mondo dei locali (norme di sicurezza, licenze, il rispetto della capienza).

Ed i locali più allo moda (sarà molto scrupoloso) li conosce tutti molto a cominciare dall’Hollywood, discoteca dove il divertimento è assicurato.

Ferdinando Esposito da Milano

Ferdinando Esposito

La donna in questione è Nicol, e per lei basta la parola. L’igienista ex consigliere regionale, indagata per sfruttamento della prostituzione, personaggio chiave del processo Ruby e via via gli altri, la bambola che girava per le strade del quadrilatero a Milano, con una maglietta aderente ma tanto aderente su cui campeggiava la scritta: “Senza t-shirt sono ancora meglio”.

Il giudice e l’Olgettina, è stata una favola a Milano. Una liaison che indusse  l’ex procuratore capo di Milano, Edmondo Bruti Liberati, a fare un esposto alla sezione disciplinare del Csm, che per “incompatibilità ambientale”.

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E non si può non ricordare la l’episodio che riguarda Ilda Boccassini, Ilda la rossa, il Pm proprio dei processi Rubi. Scrive su il Giornale Gian Mario Chiocci (oggi direttore de il Tempo) “E’ il 1981 quando il procuratore capo Mauro Gresti scrive alla procura generale per segnalare “atteggiamenti amorosi” della Boccassini con un giornalista di Lotta Continua. Gresti arriva a chiedere “se non sia inopportuno che detto magistrato continui a prestare servizio presso la procura di Milano”.

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La vicenda finì al Csm che non prese alcun provvedimento. La Boccassini  si difese al Csm dalle accuse definendole “un’inammissibile interferenza. Sono questioni che attengono esclusivamente alla sfera della mia vita privata, coperta, come tale, da un diritto di assoluta riservatezza”.

Come si cambia, come è strana la vita…

 

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