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A carte scoperte

di Eduardo Palumbo

Salvini va da Donald Trump, l’uomo che ha sbaragliato tutti, democratici e repubblicani insieme. Berlusconi (congela Bertolaso) e va da Alfio Marchini, Arfio il palazzinaro che ha il pallino della politica e che onorando il padre voleva fare le primarie del Pd e, rifiutato, ora si ritrova come “indipendente” dall’altra parte, cioè nel centrodestra italiano. Denis Verdini va da Renzi, al Nazareno, per rifare il Patto, questa volta senza il Cavaliere (almeno per il momento) e per formalizzare ufficialmente il ruolo di Ala nell’ambito della maggioranza di governo, per chiudere la farsa dell’appoggio che c’è ma non si dice

renzi-salvini-berlusconi-646041 La politica italiana cloroformizzata dai voti di fiducia e da Mattarella ad un tratto ha un sussulto vero, l’appuntamento delle amministrative con grandi città al voto come Roma, Milano, Napoli, Torino e Bologna prima ed il referendum costituzionale dopo, è giunto forse ad un bivio decisivo: Renzi da una parte, gli anti Renzi dall’altra. Siamo ritornati al solito refrain dell’uomo solo al comando che divide il Paese. E sullo sfondo lo spettro del Regime…

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Bertolaso e Berlusconi

Berlusconi ha alzato le mani, in segno di resa. Dopo una serie di inutili bluff è arrivato l’inevitabile passo indietro. Bertolaso  non è più in corsa per il Campidoglio , il Cavaliere tenta di salvare il salvabile e quel poco che resta di Forza Italia che mano mano si va spegnendo. Una lenta eutanasia, senza alcuna iniziativa politica. “Abbiamo preso atto che per vincere occorre una proposta unitaria delle forze moderate e liberali, con un forte spirito civico: una risposta fuori dalle logiche e dagli interessi di partito”. Quindi ritiro della candidatura di “Bertolesso” e Forza Italia tutta su Marchini.

ALFIO MARCHINI

Alfio Marchini

Un’operazione salutata con grande soddisfazione da Casini, in disperata ricerca di un ruolo nel panorama politico. Lo stesso Casini ha commentato l’appoggio di Berlusconi a Marchini: “La scelta di Berlusconi su Roma è epocale, riapre una stagione di possibile convergenza tra i moderati italiani”.

E dall’altra parte, il centrodestra in jeans di Salvini e della Meloni che si è sganciato dalla mediazione del Cavaliere che non si sa mai su quale giochi la sua partita, su quello di Forza Italia o su quello delle sue aziende? “Siamo contenti della semplificazione del quadro politico Roma. Ora ci aspettiamo un’ulteriore semplificazione con la diretta e aperta convergenza di Alfio Marchini e di Forza Italia sul candidato del Pd e di Renzi, Roberto Giachetti” ha detto la candidata a sindaco di Roma. Mentre, dal canto suo, per il leader della Lega tutto è ancor più chiaro. “Renzi e Casini chiamano e Berlusconi risponde. Continua l’incredibile balletto di Fi che anche oggi cambia candidato”.

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La verità è che su Roma spira forte il vento del Patto del Nazareno, la scomposizione degli schieramenti tradizionali, il trionfo delle amicizie trasversali. Renzi ha gettato via la maschera ed ha pubblicamente riconosciuto “agli amici di Ala la coerenza sulle riforme” ed ha deciso di ufficializzare la svolta col nuovo incontro al Nazareno e aprendo in modo chiaro ed inequivocabile la frattura con la minoranza Dem.

Potranno Bersani & compagni accettare di fatto una nuova subalternità ed accettare l’arrivo di Denis Verdini arrivato il sesto rinvio a giudizio è già una condanna  a due anni per corruzione?

Siamo ad un bivio appoggio esterno (ma ufficiale) di Ala o, addirittura, ingresso organico nella maggioranza, si perché, tanto per capirci sono più renziani gli uomini di Verdini che quelli di Bersani…

 

 

 

 

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