di Emiddio Novi
Pablo Iglesias il capo dei rivoluzionari spagnoli, ex indignados, è uscito sconfitto anche questa volta dalle urne. I popolari hanno riacciuffato la maggioranza relativa col 33 per cento, i socialisti hanno conservato il secondo posto col 22,7 e Podemos alleato coi post comunisti è rimasto inchiodato al 21
Tra gli ex comunisti c’era chi voleva tagliare a Iglesias il codino che ostenta con sprezzo rivoluzionario del ridicolo.
Lui che va in udienza dal re in sandaletti, camicia sbottonata, toracetto in fuori e capelli al vento e sperava che il cerimoniale lo mettesse alla porta. Invece il re lo ha fatto accomodare per offrire a tutti lo spettacolo della miseria intellettuale e politica del nuovo idolo dei media internazionali.
Iglesias è l’opposto di Albert Rivera, 36 anni e leader della destra liberale spagnola che con il 13 per cento non ha sfigurato.
Tanto Rivera e impomatato, profumato e ben vestito, tanto Iglesias è trasandato, sudato, olezzante e con le unghie perennemente nere. Iglesias e il suo Podemos fino a un anno fa godeva con il greco Tsipras di un accredito rivoluzionario che poi si è rivelato menzognero.
Lui come Tsipras e Grillo doveva rappresentare l’opposizione “rivoluzionaria” che garantiva gli interessi della grande finanza e delle multinazionali. I tre dovevano soprattutto ostacolare la nascita o il rafforzarsi dei partiti nazionalisti.
Perché nel mondo le nuove categorie del politico non sono più destra e sinistra, ma nazionalisti e internazionalisti seguaci del mondialismo, assertori della globalizzazione e discariche culturali e politiche del politicamente corretto. Siriza, Podemos, M5S sono partiti acchiappa tutto: pro euro e anti euro, liberisti e marxisti, nazionalisti e internazionalisti, favorevoli e contrari alla grande finanza, chiedono contemporaneamente più Europa e meno Europa.
In Italia, poi, ci sono i Cinquestelle come Di Maio, che sono dei perfetti democristiani usciti dalla sacrestia massonica di Casaleggio. Gli spagnoli tra tanti travestiti della politica hanno preferito l’usato popolare e socialista.