di Emmidio Novi
Due sono gli sconfitti di queste elezioni: il premier Renzi e Silvio Berlusconi. Forza Italia, con l’unica eccezione di Milano, è in via di smobilitazione in tutta Italia. Riesce ad esistere nel Centronord soltanto dove la prima linea del fronte elettorale è affidata alla Lega di Salvini
Il Financial Times può dirsi soddisfatto. Virginia Raggi, la candidata Italiana della City a Roma, sarà sindaco.
Anche con l’aiuto di Berlusconi, che ha spinto al ballottaggio il renziano Giachetti e tagliato le gambe alla Meloni, l’unica che poteva sconfiggere la candidata del Movimento 5 Stelle.
A Milano il candidato del centrodestra Parisi ha quasi pareggiato con il renziano Sala e può anche vincere. Se si esclude Torino, il resto della tornata elettorale ha visto il centrodestra competitivo con il Pd e i cinquestelle attestati su un modesto 100-15 per cento. A Milano, a Napoli i grillini non toccano palla.
Si attestano su poco più del 10 per cento e non si schiodano. Eppure il loro finto populismo era stato sponsorizzato dallo scandalismo giustizialista che ha tentato di radere al suolo anche la destra sociale romana.
Due sono gli sconfitti di queste elezioni: il premier Renzi e Silvio Berlusconi. Forza Italia, con l’unica eccezione di Milano, è in via di smobilitazione in tutta Italia. Riesce ad esistere nel Centronord soltanto dove la prima linea del fronte elettorale è affidata alla Lega di Salvini.
Al Sud resistono alcuni notabili berlusconiani che non sono riusciti ad accasarsi altrove. Il quadro generale è quello di un tripolarismo. Il Pd è l’erede del vecchio assetto partitocratico. Il centrodestra da berlusconiano sta collocandosi su posizioni populiste.
I Cinquestelle sono un falso populismo come quello del greco Tsipras e dello spagnolo Podemos. Potevano essere fermati a Roma, ma Berlusconi e i suoi cortigiani lo hanno impedito. Ora c’è’ la domanda sul che fare.
Salvini e la Meloni devono insistere. Se forza Italia segue, bene. Altrimenti è condannata all’irrilevanza. Governare una città’ come Roma non sarà’ una passeggiata per i grillini. Che possono anche finire come l’ex sindaco Marino.
Ma per salvare questo Paese c’è bisogno di radicare uno schieramento populista anche al Sud. A condizione di liberarsi, per la Meloni, dei cialtroni e dei residui del correntismo di An.
Secondo me, il problema non sono i nostri politici.
Ma noi che li votiamo.
Quante persone salgono e scendono dal partito o dal sindacato per chiedere “consiglio”!
È logico, così, che la maggioranza delle persone si abitui all’idea che non valga la pena darsi da fare per studiare o essere competitivi. Basta avere le amicizie giuste.
Però, ad es., leggo che a Napoli l’età media della popolazione sta salendo. Cioè, negli ultimi quindici anni sempre più giovani, e non solo, sono andati via. Forse perché non volevano sottostare a questo rito di doversi procurare amicizie. Oppure perché incapaci di trovare amicizie che garantissero loro quanto volevano. Chissà che il sistema delle clientele non finisca con il collassare da solo. Non pochi politici non vengano più eletti, tanto la ricca pensione se la sono già assicurata, e si possa divenire come altre nazioni. Non dobbiamo nemmeno guardare lontano. Basta guardare alla vicina Africa. Secondo indici internazionali vi sono nazioni con meno clientele, meno corruzione, dell’Italia.