di Emiddio Novi
E non dite che il terrorista di Nizza era un franco-tunisino prima fancazzista e poi depresso perché aveva divorziato. Non è possibile che tutti i terroristi da quelli che a Dacca, in Bangladesh, hanno massacrato gli italiani, al lupo solitario che a Nizza ha falciato 84 vite e ferito altre 200, sono tutti casa discoteca e pub
Salvo, poi, un bel mattino svegliarsi e decidere di sacrificare la propria vita e ammazzare un po’ di infedeli. Sono discorsi autoconsolatori che vengono ripetuti per non farci pensare, per non farci riflettere sulle ragioni profonde di questi massacri.
A Dacca nessuno ha spiegato che quella è una città di quattordici milioni di abitanti in cui quattro milioni di uomini e donne lavorano nell’industria tessile per salari di 60 dollari al mese.
E quando due anni fa si azzardarono a protestare il governo di centrosinistra chiamò l’esercito e fece massacrare uomini e donne per difendere gli interessi degli occidentali che fanno gli imprenditori riducendo in schiavitù i loro operai.
A Nizza come in tutta la Francia stiamo assistendo al fallimento delle teorie dell’assimilazione. Tutti uniti nella festa della Repubblica. Non è così. Ci sono anche quelli che scelgono il giorno della festa repubblicana per un massacro unico nel suo genere. Quello francese è la dimostrazione che una forte presenza di immigrati crea problemi anche con quelle generazioni che nascono e vivono in Francia. Il disordine migratorio, le tensioni che ne derivano anche dopo generazioni, dovrebbero indurre all’autocritica gli immigrazionisti.
Quanto al terrorismo islamico e politico come quello di Dacca bisogna riconoscere che la globalizzazione impoverisce i lavoratori in Occidente e crea neoschiavitù nei Paesi che si rassegnano alle infamie del mondialismo.
L’islamismo radicale è anche figlio di un sistema economico che sfrutta i popoli, li espropria delle loro ricchezze e rende schiavi chi accetta la logica della divinità mercato.