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L’aborto LoRenzin

 di Eduardo Palumbo

Alzi la mano chi ci capisce più niente. Ma che razza di governo è quello che lancia con il ministero della Sanità una clamorosa campagna per combattere la natalità zero del Paese, sancisce la prima giornata nazionale del Fertility Day (22 settembre) e poi vede scendere in campo Renzi per “sputtanare” tutto. A cominciare dal Primo ministro

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Lorenzin, Renzi, il fertility day

“Non ne sapevo niente, non l’ho neanche vista. Se vuoi creare una società che scommetta sul futuro e torni a fare figli devi intervenire sulle cose strutturali. La questione demografica esiste, ma la vera questione è un ragionamento complessivo. Non conosco nessuno dei miei amici che fa un figlio perché vede un cartellone pubblicitario…”

Le sconcertanti dichiarazioni di Renzi danno il polso dell’improvvisazione di questo governo. Un argomento fondamentale come quello della famiglia, l’esigenza di riprendere a fare figli, il futuro della nostra società, relegato ad argomento di serie B. Parte una campagna di slogan più o meno sconcertanti ( “La bellezza non ha età. La fertilità sì” “La fertilità un bene comune”) si organizza una giornata di iniziative e convegni e il Premier non sa davvero niente?

FERTILITY Possibile che una campagna ( che avrà i  il suo culmine il 22 settembre, “giorno della fertilità”) che coinvolgerà tutti i Comuni italiani attraverso l’Anci, oltre a giovani, famiglie, medici, farmacisti, ordini professionali, associazioni e società scientifiche e che vedrà in quattro città (Roma, Bologna, Catania, Padova) organizzare tavole rotonde e che prevede “villaggi della fertilità”, dove ci saranno esperti, associazioni e società scientifiche, offriranno alla popolazione consigli e screening, possibile mai, dicevamo, che una campagna di tale portata sia realizzata all’oscuro di Palazzo Chigi? Una campagna che solo per la pubblicitaria è costata 113 milioni di euro per un solo anno.

Naturalmente no, la verità è un’altra. Lo tsunami di proteste sui social ha fatto abortire sul nascere l’iniziativa della Lorenzin.  La scrittrice Michela Murgia,  su Twitter ha scritto ironica: “Non avevo intenzione di procreare, ma la campagna #fertilityday mi ha convinta!”.  “Il #fertilityday è un insulto a tutti – ha detto Roberto Saviano – a chi non riesce a procreare e a chi vorrebbe ma non ha lavoro. E il 22 mi rovinerà il compleanno“.  Da arsenale Arsenale K la presa in giro. “Youporn fa sapere che aderirà al #Fertility Day del 22 Settembre oscurando per un giorno la categoria anal”.

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Lorenzin e Renzi

Una valanga di tweet e una tempesta di proteste su Facebook che hanno indotto Renzi a smarcarsi dal Fertility day. Senza vergogna.

Ormai il rottamatore decisionista non ha più paura di smentire quello che dice e quello che fa il suo governo. Un clamoroso dietro front sul referendum (“se perdo mi dimetto  e lascio la politica…”), una vergognosa “riflessione” sull’Italicum ( “la legge non si cambia” aveva ripetuto in tutte le occasioni) quando si è reso conto che con questo sistema perderebbe di sicuro le elezioni. Figuriamoci se ora può avere esitazione a sbugiardare uno dei suoi ministri, tra l’altro anche del Nuovo centro destra, figuriamoci…

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La povera Beatrice Lorenzin, ministro della Salute, cerca di difendersi come può dalla valanga di critiche. ”Lo slogan del Fertility Day è “conoscere per essere libere di scegliere”, non è nostra intenzione fare una campagna per la natalità ma fare prevenzione perché’ l’infertilità è una questione di Salute Pubblica”. Ma non basta.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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