di Enzo Ciaccio
A Bagnoli è in atto uno “sfregio di stato” territoriale (e istituzionale) in cui – a furia di diktat, forzature e commissariamenti senza capo né coda – si pretende di azzerare d’imperio le decisioni assunte dagli organismi eletti invece di discuterle nelle sedi opportune
Lo scopo? Strafottersene dell’interesse comunitario, del confronto tra istituzioni paritarie, delle vigenti norme urbanistiche e della (sancita) volontà popolare.
Perché? Per ubbidire – anzi, per sottomettersi – alla voglia di business dei lacché di turno e di quanti coltivano a Bagnoli enormi e privati interessi.
Guardiamoci intorno. Oggi chiunque a Napoli sveli la trama in atto, si ritrova etichettato come irresponsabile, traditore, venduto, mezzo matto, estremista. Se poi insiste, ahi, a volte spunta il manganello.
Allora, delle due l’una: o tutti insieme (tranne gli imbroglioni) si ri-stabilisce una volta e per sempre “chi” è (secondo la Costituzione italiana) che ha i titoli istituzionali per decidere sul territorio (a Napoli come altrove) o gli imbroglioni vinceranno e qui andrà sempre peggio. Ma peggio assai.