di Carlo Alberto Paolino
Prende posizione sulla situazione venezuelana anche il nuovo presidente degli Stati Uniti d’ America Donald Trump, definendo il paese latinoamericano come un posto meraviglioso ferito mortalmente e terribilmente dal socialismo imposto prima da Chavez e poi dal suo vice, l’attuale presidente Nicolás Maduro. In un meeting a Miami Trumpp ha elogiato i Latinos ed ha detto che continuerà ad aiutarli ad essere persone libere ed a combattere con loro decenni di socialismo che hanno condotto la Repubblica Bolivariana ad una crisi profonda e per molti, irreversibile.
Non è mancata la risposta del Presidente venezuelano, che non ha esitato a definire Trump un ladro, un bandito, un matto .. un “pelucòn” che insulta il popolo venezuelano e l’America Latina.
Peccato che i dati fotografano impietosamente qual è la condizione del Paese grazie ad una politica con impronta ideologica filo-marxista incominciata da Chavez: una profonda crisi politica, sociale ed economica , con la popolazione che muore di fame , muore negli ospedali e nell’insicurezza totale. Sembra una guerra, c’è una statistica che dice che Caracas, ad esempio, è la città dove muore più gente al giorno.
Il Paese dei mille colori è fallito. L’inflazione viaggia a tre cifre, forse più, non si sa per il quarto anno consecutivo. Nicolas Maduro, il presidente più odiato della storia del Venezuela (e il più incapace o il più corrotto, basti pensare che in 45 mesi alla presidenza ha già cambiato 90 ministri) e che 4 venezuelani su cinque vorrebbero mandare a casa se solo fosse consentito loro di votare si è inventato il “Carnet de la Patria” che ha le stesse funzioni della “libreta cubana”, quelle che venne attuata da Fidel Castro per “sostenere la rivoluzione”: razionare pane, latte, carne, uova e qualsiasi genere di prima, seconda o terza necessità.
In qualche modo Maduro vuole limitare l’acquisto di cibi e beni diventati oramai introvabili sugli scaffali di Pdval e Merca, i supermercati a prezzi controllati, quelli gli unici dove l’80 per cento della popolazione, che guadagna l’equivalente di 30 euro al mese, oggi può comprare qualcosa per tentare di campare a Caracas.
E’ la disperazione. Non avendo più una maggioranza in parlamento, dopo avere nazionalizzato ed espropriato centinaia di aziende che prima producevano ed oggi sono sull’orlo del fallimento, dopo affossato i pozzi d’oro del petrolio, sostituendo i manager con fedeli del regime, dopo aver chiuso i confini con la vicina Colombia.
Dopo aver cancellato la democrazia e incarcerato centinaia e centinaia di dissidenti politici , questa del carnet della Patria è l’ultima disperata iniziativa. La “libreta del pane ed acqua”. SI, come in prigione. Perché il Venezuela è un Paese in prigione