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Un po’ di Pepe al campionato

di Adolfo Mollichelli

 Ecco le tre sorelle insieme, lassù. Il Napoli raggiunge in vetta la Vecchia Signora e l’Internazionale (cinese) che non è più l’inno che da ragazzo mi commuoveva. Le prime due si apprestano al ballo in Europa, la terza dovrà accontentarsi delle lezioni filosofiche di Spalletti sotto i portici della Pinetina. A Bologna la dotta, nella serata che preannuncia la buona notte della terza di campionato rinasce una stella. E’ grossa, visibile ad occhio nudo. Si chiama José Manuel Reina Pàez detta Pepe.

Adolfo Mollichelli

Se il Napoli si riprende dallo choc felsineo che dura un tempo e poco più lo deve alla stella che aveva deciso di prendere sembianze umane e andare a brillare tra due pali e sotto il legno che chiamano traversa. Due parate salvifiche che consentiranno alle altre stelle della galassia azzurra di brillare di luce propria. Fuor di metafora, se Reina detto Pepe sarà sempre quello di Bologna sarà lecito sognare di salire un gradino più su della terza piazza e qui mi fermo per ragioni apotropaiche.

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Il gol sblocca partita di Callejon

Note a margine della notte felsinea. Hamsik boccheggia (càpita) ma non c’è da preoccuparsi. Perché Zielinski che gli subentra è super ed ha il vizietto del gol che tanto bene fa. Perché Diawara è un mostro di bravura tattica e nessuno mi toglie dalla mente che possa contare più anni di quelli certificati. Perché Allan che mi ricorda sempre più Sammy Davis junior è tornato ad essere quello di Udine, quando da solo reggeva il centrocampo friulano dilettandosi in corse da maratoneta condite da giocate pregevoli. Mi aspetto che – qualche volta almeno – Sarri disegni in partenza un centrocampo più effervescente e credo di essermi spiegato.

Fabio Quagliarella

Fabio Quagliarella

Piovve, piove (e pioverà) governo ladro! E con quella faccia un po’ così, quell’espressione un po’ così che abbiamo noi prima di andare a Genova, caro Paolo Conte, ci siamo perduti il probabile esordio di Schick l’elegante ceco dai muscoli fragili e dal cuore matto. M’è parso di sentire la voce di Eusebio (Di Francesco) dal bunker di Trigoria: “meno male!”. Perché la Samp di Quagliarella (due su due) di questi tempi di avvio non sarebbe stata l’ideale per riprendere la marcia dopo lo stop imposto alla Roma dal filosofo degli abbracci, baci e languide carezze, cioè Spalletti da Certaldo.

Szczesny e Buffon

Szczesny e Buffon

Sabato alle sei della sera,  un’ora dopo l’ora canonica la Signora omicidi aveva scritto il suo “llanto por la muerte” dei clivensi che a Verona vivono in una zona grande quanto il quartiere del Vomero. Il conte Max, cioè Allegri, non è un tipo cavilloso ma intanto ha detto a Buffon “riposati” e ha dato la maglia al polacco dal nome che è tutto un codice fiscale (Szczesny, e che ce vo’ p’ ‘o scrivere!), che suona il piano e che sembra Cicciobello con quei capelli sempre a posto che irritano un po’ chi la chioma ha perduto da tempo, come il vostro umile scrivano.

OGGI E'  VENERDI' 17?. PASSEGGIATA TRA LE SUPERSTIZIONI/ SPECIALE

Omar Sivori, el Cabezòn

E Szc… insomma lui se l’è cavata bene riscuotendo gli applausi del numero uno che era ancora sotto choc dopo la funesta Madrid azzurra. Era tutto il resto che non andava granché, finché venne l’ora di Dybala e la Vecchia tornò giovane. S’è divertito l’ex picciriddu di Palermo. Senza l’ingombrante presenza di Messi che comanda nell’Albiceleste. Intrigante la nuova sfida nell’ouverture della Champions a Barcellona, tutta da vedere. Nota personale.

Ho letto di Riquelme re del tunnel. Consiglio ai colleghi più giovani di andarsi a rivedere i filmati di un certo Enrique Omar Sivori (quanto t’ho amato Omaruccio mio) perché fu lui ad inventare il tùnel (o caño), gesto tecnico che ripeteva più volte in partita e mai fine a se stesso. Omar, perdona loro che non sanno quello che scrivono!

Ivan Perisic

Ivan il terribile Perisic

L’Inter dagli occhi a mandorla che stia lassù non ha nulla di eccezionale. Aveva ed ha buoni giocatori ed ora anche un allenatore con i fiocchi che li sa mettere insieme e, soprattutto, ottenere da loro il meglio, per quanto è possibile.

Qualche anno fa agli intervistatori (grazie, troppo buoni) che mi chiedevano quale giocatore avrei voluto in maglia azzurra, davo un nome su tutti: Perisic. Il croato è un concentrato di classe e potenza. Per piegare la Società Polisportiva Ars et Labor cioè la Spal, comunque l’Inter ha avuto bisogno di un rigore-var e il raddoppio bellissimo di Perisic è arrivato a fine partita. Nel recente passato l’Inter avrebbe incassato almeno un gol. Con Spalletti al timone mi sembra improbabile che la nave cinese affondi. E il Biscione non ha coppe da giocare se non il trofeo Zhang, magari.

Ciro Immobile

Ciro Immobile

Dopo aver spezzato le reni a Crotone e Cagliari, il Milan anche lui cinese (e forse taroccato) è affondato a Roma dove l’acqua piovana è tanta e scarsi e tiepidi i raggi di sole. Sconfitto senza alcuna attenuante da una Lazio che m’è stata sempre simpatica, dai tempi di Selmosson detto raggio di luna (giocò poi anche nella Roma e nell’Udinese prima e dopo le vacanze romane) e che ha in panchina l’Inzaghi buono, cioè Simone detto Inzaghino fratello di Pippo goleador fantastico ma allenatore senza gavetta. Inzaghino continua a far giocare benissimo la sua Lazio (recente vincitrice sulla Juve della Supercoppa) nonostante le puntuali cessioni da ricche plusvalenze operate da Lotito detto Lotirchio.

Gigio Donnarumma

Gigio Donnarumma

 

A Torre Annunziata, terra di nobili pastai e di calcio antico, qui nel 1908 fu fondato il Savoia (8 anni prima del Napoli) è nato Ciro Immobile.

A Castellammare dove il vanto delle terme e dei cantieri navali è antico è nato Gigio Donnarumma. Sfida nella sfida, stravinta da Immobile – formatosi nelle giovanili di Sorrento e Juve – che si muove da tarantolato da quella volta che Zeman gli disse “Ciro, oggi hai fatto onore al tuo nome!” cioè immobile. La Lazietta, ma attenti a non considerare il diminutivo una diminutio, ha messo a nudo tutte le pecche del Milan di Montella. E forse ha sancito un verdetto: Bonucci fuori dalla BBC è un pesce fuor d’acqua.

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PS: Non si può non elogiare l’Italia del basket che battendo la Finlandia è approdata ai quarti degli Europei. Una squadra ridisegnata da Ettore Messina dopo infortuni vari e bravate pugilistiche, vedi Gallinari durante il match test con l’Olanda di fine luglio. Mercoledì nei quarti ci toccherà la Serbia, una montagna da scalare. Ma se Belinelli e Datome continueranno a “mettere” triple a ripetizione… Comunque vada è già un successo.    

 

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