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Con quelle facce un po’ così
la Champions è dura

di Adolfo Mollichelli

Guardiola batte Sarri, il maestro tiene a distanza l’allievo. Il pullover di cachemire ha ragione della tuta. Ed ora il cammino in Champions è tutto in salita. 

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Maurizio Sarri

Con quella faccia un po’ così, quell’espressione un po’ così che abbiamo noi prima d’andare a Manchester. Sotto le luci del meraviglioso impianto dell’Etihad, poltrone da sceicchi ed hostess da favola, la squadra più cinematografica del mondo sbanda, rischia di crollare, si riprende, getta all’aria un penalty con chi non t’aspetti, ne segna un altro con chi non t’aspetti e finisce in un crescendo disordinatamente rossiniano ma sanguigno.

Adolfo Mollichelli

Adolfo Mollichelli

Con quelle facce un po’ così. Come? Non certo quelle evocate da zio Maurizio, insomma toste, sfrontate, da pene o pube fate voi. La scugnizzata non è riuscita. La gita fuori porta nella città in cui Oscar Wilde avrebbe preferito finire i suoi giorni – perché così la dipartita sarebbe stata meno dolorosa – è andata male.

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De Bruyne

Fato, un pizzico di tremarella, Mertens che si Dybalizza, Hamsik che sbiadisce al cospetto del rossiccio De Bruyne , grande amico di Dries, che è semplicemente divino e crossa come solo Beckham sapeva fare tra una pubblicità di slip e il braccio offerto alla Spyce sposata e invidiata da tutte le donne che sostavano sotto i tabelloni pubblicitari e loro sì con facce di… oddio mi stava scappando.

Facce stinte nel grigio di Manchester. Anche perché zio Maurizio, forse per compiacere magari inconsciamente Adl, lascia fuori in avvio Allan Sammy Davis junior e Jorginho e Pep il catalano che parla cinque lingue e visita musei e città d’arte neanche ci crede.

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Ho sentito dire: sconfitti ma si esce dall’Etihad a testa alta. Se si memorizzano soltanto le ultime scene ed il punteggio finale, d’accordo. Ma poiché una partita di pallone va sviscerata dal primo all’ultimo istante e quindi memorizzata tutta, ecco che il commento da fare è un altro.

Il City ha fatto il Napoli, il Napoli non ha saputo essere se stesso. Elementare Watson. Perché zio Maurizio affianca Zielinski ad Hamsik e questa è coppia che scoppia, nel senso che potrà andare bene nell’orticello di casa ma non quando dall’altra parte ti trovi facce da Sartana di quelli che sfoderano il revolver un istante prima di te. Altro che i sei secondi sei che Guardiola concede ai suoi per la riconquista della sfera.

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Pep Guardiola

Un po’ ma solo un pizzico di tiki taca da dietro e poi allargamento del fronte e penetrazioni (ah! le facce di…) rapide tipo sveltine comandate dal rossiccio belga e dal possente brasiliano Fernandinho.

Aveva anche zio Maurizio il brasiliano tosto (Allan) da sbattere in faccia a Guardiola ed anche il brasiliano italiano che s’è stufato di aspettare la chiamata di Ventura e pare che voglia brasilianizzarsi di nuovo e cioè Jorginho.

Due cazzotti quasi subito su quelle facce un po’ così, la traversa del rosso, il salvataggio sulla linea di gigante d’ebano. Dopo mezz’ora il City avrebbe potuto calare il poker.

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Poi certo l’orgoglio e cambi azzeccati e la convinzione crescente che il ciclone era passato senza provocare danni eccessivi. E forse sarebbe cominciata un’altra storia se Dries – nome da trillo – avesse realizzato il penalty, perché c’era tanto tempo ancora. Con quella faccia un po’ così, tra incazzato (aspirato, mi raccomando) e torvo alla don Pietro Savastano, zio Maurizio non confesserà mai che in testa ha un’idea: puntare decisamente sul tricolore.

E allora c’è attesa spasmodica per la partitissima tricolore con la Beneamata cinese che ha avuto un’intera settimana per riposare ed allenarsi sotto i guiderdoni di Zhang che sventolano numerosissimi ad Appiano Gentile che se Wilde avesse avuto modo di visitare avrebbe cambiato idea sulla scarsa allegrìa di Manchester.

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Mauro Icardi

Questa sì che è una disparità frutto della contingenza e non il lamento federiciano sulla composizione dei calendari. Il falegname pialla e sega, il muratore dà di cazzuola, il contadino semina e raccoglie, il giornalista scrive (ahi!) tutto il giorno. I calciatori calcino e non rompano.

Tango Icardi, titolano i giornali meneghini di parte bauscia. E m’è venuta voglia di approfondire ‘sto fatto che il tango sia nato in Finlandia. A questa notizia, caro zio Maurizio, ti confesso, sono rimasto con quella faccia che tu sai.

 

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