di Eduardo Palumbo
E’ fatta. Ci siamo riusciti. E non si torna più indietro: a Napoli ci sarà una piazza intitolata a Giorgio Ascarelli, imprenditore, filantropo e fondatore del Calcio Napoli nel 1926. Ebreo, figlio dell’ex vice sindaco di Napoli per la zona Mercato e titolare di una grande industria di tessuti fondata nel 1879, Ascarelli ebbe tantissimi meriti, molti dei quali dimenticati da una città che spesso dimostra di avere memoria corta.
Fu protagonista del rinascimento ebraico napoletano, che andò inevitabilmente scemando in coincidenza con la promulgazione delle Leggi Razziali del 1938 (che Ascarelli non visse, poiché morì prima in giovane età). Ma Ascarelli fu anche tante altre cose: amante dell’arte e studioso autodidatta di pittura, appassionato di sport (compare anche tra i fondatori del Circolo Canottieri Italia).
Due anni prima di morire donò alla città una villa a Marechiaro purché venisse destinata agli orfani e agli indigenti. Nel 1929 commissionò, completamente a proprie spese, la costruzione di un nuovo campo sportivo, di proprietà privata del club, al Rione Luzzatti, nei pressi della Ferrovia di Napoli.
Lo stadio, inaugurato il 23 febbraio 1930 col nome di “Vesuvio”, gli sarebbe stato successivamente dedicato a furor di popolo, in conseguenza della sua scomparsa (avvenuta appena due settimane dopo l’inaugurazione dell’impianto), a causa di un attacco di peritonite fulminante.
Sotto il regime fascista lo stadio, a causa delle origini ebraiche di Ascarelli, fu ribattezzato “Stadio Partenopeo” in quanto si ritenne inopportuno intitolare a un ebreo quello che era il maggior impianto sportivo cittadino.
Da novembre la Federazione Italia Israele – attraverso l’Associazione di Napoli – aveva lanciato questa proposta: intitolare una via o una piazza a uno degli eroi dimenticati della città.
Ieri da Palazzo San Giacomo, sede del Comune, è arrivata la svolta. Ad Ascarelli il sindaco de Magistris ha deciso di dedicare una piazza di Fuorigrotta che è l’anticamera dello Stadio San Paolo. Una decisione accelerata anche grazie alla raccolta di firme aperta dall’Associazione Italia Israele di Napoli e dopo l’appello rivolto dal vice-presidente nazionale della Federazione, Giuseppe Crimaldi allo stesso Luigi de Magistris. Oltre duemila firme già raccolte. E poco fa, con un post su Facebook, il sindaco ha annunciato il cambio di nome di piazzale Tecchio in Piazza Ascarelli e di Via Vittorio Emanuele III° in Via Salvatore Morelli.
«Piazzale Vincenzo Tecchio – ha reso noto de Magistris – che era l’ex segretario provinciale del partito nazionale fascista, si chiamerà Piazza Ascarelli. Il mio annuncio nel giorno in cui ricordiamo Luciana Pacifici una delle più piccole vittime della ferocia nazista, morta ad Auschwitz. Anche via Vittorio Emanuele III°, che promulgò le leggi razziali, cambierà nome in Via Salvatore Morelli. Per non dimenticare, mai!».
«A nome della Federazione Italia-Israele, che per prima si è battuta per intitolare una via o una piazza a Giorgio Ascarelli – ha dichiarato Giuseppe Crimaldi all’Ansa – non possiamo che esprimere soddisfazione e apprezzamento per la decisione presa dal sindaco di Napoli di modificare la toponomastica di Fuorigrotta, intitolando a Giorgio Ascarelli quel piazzale Tecchio, che per decenni è invece stato luogo dedicato al federale fascista di Napoli, figlioccio di Farinacci e complice nel delirante progetto di sterminio degli ebrei».
Crimaldi ha ringraziato l’amministrazione comunale per la decisione. «Un gesto di grande sensibilità politica e amministrativa – dice il vicepresidente nazionale della Federazione e presidente dell’associazione di Napoli Italia-Israele – che fa finalmente giustizia riconoscendo ad Ascarelli quanto gli è dovuto».
La Federazione Italia-Israele aveva avviato a novembre una raccolta di firme per chiedere di dedicare una strada, una piazza a Giorgio Ascarelli. Senza ottenere altro sostegno, se non quello di chi si è veramente battuto per un atto di giustizia. Ad eccezione di pochissimi giornali, in questa battaglia non abbiamo avuto accanto la gran maggioranza dei media, e tanto meno della Società sportiva calcio Napoli, che pure avevamo ripetutamente e in diverse forme invitato ad aderire al progetto. Ma poco importa. L’importante è poter dire, oggi, di avere vissuto una gran bella giornata”.