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E così sia…

La sconvolgente testimonianza di una cardiologa di Milano. Questa è la trascrizione di un suo audio, l’ammissione drammatica di una resa.

Faccio il cardioepidemia-coronavirus-1289142logo in terapia intensiva a Milano. Allora la situazione è molto seria, nel senso che fondamentalmente questo virus che sta girando è estremamente contagioso. È vero che in tanti non causa sintomi, è vero che tanti se la cavano senza troppi problemi, ma è anche vero che tante persone sviluppano quella che si chiama una polmonite interstiziale bilaterale che fondamentalmente ha bisogno di un supporto ventilatorio.

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Non abbiamo farmaci, perché è un virus quindi gli antibiotici non funzionano. Stiamo dando dei cocktail di farmaci che si usano in virus tipo l’aids, ma in via del tutto sperimentale non sappiamo se funzioneranno o no. L’unica cosa che si può fare in questi casi è intubare il paziente e quindi far respirare la macchina mettendo a riposo i polmoni aspettando che il sistema immunitario lo sconfigga.

È vero che quelli che muoiono sono spesso anziani e con co-patologie, ma ci sono anche tanti giovani in terapia intensiva. Il nostro più giovane ha 38 anni e non aveva altri problemi.

Il problema vero è che tanta gente ha bisogno dell’assistenza ventilatoria e non ci sono ventilatori per tutti. Nel mio ospedale mi hanno chiamato – io sto nella terapia intensiva cardiologica – chiedendomi di dargli uno dei nostri ventilatori, ne abbiamo solo due rimasti e io gliel’ho dato e una paziente che era stata estubata il giorno prima, e quindi in questi casi normalmente si tiene il ventilatore lì vicino perché a volte vanno in crisi e devono essere ritubati, se questa va in crisi il ventilatore non c’è.

reparto-di-terapia-intensiva-all-ospedale-di-wuhan-1-1284025_tnFondamentalmente ci hanno detto che da questi giorni dovremo cominciare a scegliere chi intubare, quindi privilegiamo i giovani e quelli senza altre patologie.

Al Niguarda, che  l’altro ospedale grande, non intubano più oltre i 60 anni, che è veramente giovane come età, per cui la situazione è molto seria, è molto contagioso, 14 giorni di incubazione quindi se anche una persona se l’è preso sta 14 giorni completamente asintomatico e può infettare un numero incredibile di persone.

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Per cui il concetto è che l’unico modo per non avere un’ecatombe è far sì che ci siano meno contagi possibile e che, qualora ci dovessero essere fossero il più possibile dilazionati nel tempo, perché se io ho 10mila persone infette tutte allo stesso momento noi abbiamo 3mila ventilatori in Italia. Se 10mila avessero bisogno di essere intubati e ventilati, 7mila muoiono. Se invece riesco a spostare più in là il contagio e a ridurre la velocità di contagio, quando si ammalano i nuovi i vecchi che ho intubati verosimilmente saranno guariti e avranno liberato il ventilatore.

L’unica cosa che si può fare sono le cose che già stanno dicendo in giro, quindi stare a casa – è vero – niente cinema, niente mostre, niente passeggiate in giro, negozi il meno possibile, scuole chiuse, calcio il pomeriggio chiuso, niente cene fuori, evitare il più possibile di stare a contatto con altre persone e lavarsi le mani, funziona bene il sapone, e le soluzioni alcoliche tipo l’amuchina. Il virus un po’ sulle superfici rimane, ma resiste 30-40 minuti. L’unico modo per essere sicuri di bonificare è lavare con la candeggina e lasciare a contatto la candeggina per 30 minuti.

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Fondamentalmente a Roma si sta  come stavamo noi a Milano 10 giorni fa e in dieci giorni c’è stata un’escalation incredibile della cosa. La Lombardia è al collasso ed è la Regione che a livello sanitario sta messa meglio, per cui non oso pensare cosa potrebbe succedere se la cosa si estende alle regioni meno efficienti.

Per i bambini, non ci sono casi gravi, alcuni sono positivi ma tendenzialmente come con tutte le virosi anche se se le prendono sviluppano una forma meno aggressiva dell’adulto. Però sono degli untori pazzeschi, perché magari il bambino se lo prende, non sviluppa sintomi, va dai nonni e uccide i nonni fondamentalmente, quindi anche lì cercare di evitare il contatto bambini-nonni. Senza farsi prendere dal panico, però non è una cosa che va sottovalutata. Quindi chi può rimanga in casa il più possibile senza vedere nessuno

 

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