Statua del Dio Nilo

Dio è napoletano

di Bruno Lauzi

Perché riproporre vecchi articoli, reportage, interviste? Volando alto con Giorgio Manganelli potremmo dire che “una civiltà letteraria non è fatta di letture ma di riletture”. Più semplicemente il ripresentare alcuni articoli rappresenta una grande opportunità, un modo per scoprire giornalisti o protagonisti di un’altra generazione, di conoscere o ricordare fatti dimenticati.

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Avvertenza. La lettura di questo articolo è sconsigliata alle persone con scarso o nullo senso dell’umorismo. Non conoscendolo di persona, purtroppo, possiamo, anzi dobbiamo sperare che Dio stesso sia dei nostri. D’altronde, se è vero che Egli mi ha fatto a sua immagine e somiglianza, un po’ leggero e superficiale, per non dire cialtrone lo deve essere, visto che io lo sono.
Questa del Dio sorridente è un’immagine poco frequentata, perseguitati come siamo dai rimorsi, da quell’occhio nel triangolo e dal volto severo di un omone barbuto, preposto alla condanna secondo schemi insopportabili. Tutto normale, diciamo noi stoici. Ci siete? E allora, via che si va.
Dio è napoletano. La prova? Tautologica. Dio è simpaticissimo. Ci mancherebbe altro. Che se poi voleste un’altra prova, questa volta “a contrario”, eccola servita. Avrete purtroppo sentito pronunciare invano il nome santo, ma mai, dico mai, tra le tante bestemmie avete sentito qualcuno definirlo “antipatico”. Esempio: non si muove foglia che l’Antipatico non voglia. Vabbè, lasciamo andare. Vedo che fate fatica a seguirmi. Passiamo ad altro.
Perché è in ogni luogo. Se è per quello, neanche il Papa scherza. Perché se è vero che Dio è ovunque, è vero altresì che il Papa c’è già stato. E i napoletani pure, ci furono, ci sono o stanno organizzandosi per arrivarci. Tracce del loro passaggio? Piatti di pizza ancora tiepidi, tracce di carbonella, niente crosta avanzata (i napoletani non lasciano la crosta).
Comunque solo ai napoletani timidi e riservati viene concesso il paragone, dato che Dio fa di tutto per non farsi vedere. A volte dà persino sui nervi per quanto si defila, tanto che molti lo danno per imboscato, soprattutto nel momento del bisogno. Qui non si capisce più, tra Lui e il Napoletano Classico chi imiti chi, ma tutto ciò ha poca importanza, stabilito che sia vero che Egli ci ha fatto a sua immagine e somiglianza.
La vanità e l’ambizione le lascia a noi poveri mortali. Lui ha scelto il basso profilo, a differenza di tanti vip terrestri. Prendiamo il solito esempio a caso: Berlusconi che si alza nelle scarpe per meglio apparire. Che differenza tra i due! Già, perché una differenza c’è: Dio non s’è mai preso per Berlusconi.

(L’isola 2003)

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