Pd: Chiamparino, grazie a Renzi riprenderò tessera partito

L’ira delle Regioni sui tagli
Ma Renzi replica. “Risparmiate”

di Eduardo Palumbo

Duro scontro governo-Regioni. I governatori ritengono insostenibili ulteriori tagli ai loro bilanci. Dura la replica del Premier. “Nessun alibi. Tagliate gli sprechi”. Chiamparino. “Mi dimetto”

Trentasei miliardi di entrate e 36 di uscite,

Trentasei miliardi di entrate e 36 di uscite,

Dopo il sindacato l’ira delle Regioni contro la legge di stabilità di Renzi. I governatori si sentono traditi. Il governo non taglia, il lavoro sporco lo demanda alle Regioni. In una conferenza stampa convocata all’improvviso, il presidente della Conferenza delle Regioni, Sergio Chiamparino ha  denunciato che “al taglio prospettato di 4 miliardi di euro vanno sommati quelli decisi dai governi Monti e Letta pari a circa 1,750 miliardi. Si arriva così a 5,7 miliardi. Tagli insostenibili – ha sottolineato – a meno che non si incida sulla spesa sanitaria o con maggiori entrate”.

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Stefano Caldoro

Il governatore della Campania Stefano Caldoro ha espresso chiaramente il suo punto di vista, il governo si assuma pienamente le sue responsabilità. Non può scaricare tutto sulle Regioni. A viso aperto, senza tanti giri di parole. “Stiamo parlando di tagli al sociale. È cosa ben diversa dalla spending review Io allora dico al governo: se bisogna fare questo taglio di 4 miliardi e sappiamo dove colpiscono, allora sia lo stesso governo a mettere ticket nazionali”.

 

Le regioni si sentono tradite, umiliate. Scippate. ” Il governo ha incrinato un rapporto di lealtà istituzionale e di pari dignità. Abbiamo dato intesa sul Patto per la Salute e il Fondo sanitario: il Patto viene così meno. Il Governo fa delle legittime e condivisibili manovre di politica economica ma usando risorse che sono di altri enti”.

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Graziano Delrio

 

Il sottosegretario Graziano Delrio ha prontamente replicato che “sono in corso anche in questi giorni tavoli di lavoro del Governo con le Regioni” per “proseguire in un patto di autonomia e responsabilità, tra Governo centrale e regioni, per i cittadini e la soluzione dei problemi dei territori”. Ma secca è stata la replica dei governatori. “Non abbiamo idea di che cosa si stia parlando. non sappiamo ne conosciamo questi tavoli “.

Chiamparino è assolutamente contrario all’aumento delle tasse, ma della sua idea sono tutti. “Piuttosto che aumentare l’Irap lascio l’incarico: farlo significherebbe dare un colpo mortale all’economia. Nessuno di noi vuole” alzare le imposte, “siamo consapevoli che il sistema paese ha bisogna del contrario”. Di quale entità sarebbero, però, i problemi di bilancio delle Regioni? “Non abbiamo fatto dei calcoli, mi sono permesso di lanciare un allarme su sanità e trasporto pubblico. Crediamo che in una logica di collaborazione sono possibili correzioni per evitare aumenti”.

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Nicola Zingaretti

Anche Nicola Zingaretti, presidente della Regione Lazio ha espresso il suo forte disappunto.   “È semplice abbassare le tasse con i soldi degli altri. Le Regioni sono chiamate ora a finanziare scelte che non abbiamo preso noi ma il governo, al raggiungimento di obiettivi di finanza pubblica dettati dall’Unione europea”. In Lazio entro il 2016 dovrebbe essere completata la fase della riduzione dell’Irpef e dell’Irap ma “se passassero questi tagli i cittadini vedrebbero vanificata l’ipotesi di abbassare le tasse perché i soldi finanziano altre scelte di politica economica”.

E Renzi? Il Premier è come un carroarmato, va avanti per la sua strada. Senza riguardi per nessuno.  Alle critiche delle Regioni risponde a tono: “Tagliare i servizi sanitari è inaccettabile. Non ci sono troppi manager o primari? È impossibile risparmiare su acquisti o consigli regionali?. Incontreremo i presidenti di regione. Ma non ci prendiamo in giro. Se vogliamo ridurre le tasse, tutti devono ridurre spese e pretese. Una manovra da 36 miliardi e le Regioni si lamentano di uno in più? Comincino dai loro sprechi anziché minacciare di alzare le tasse. Non ci sono alibi per nessuno.”

 

 

 

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