Tangenti: CPL, cooperativa storica con 1.800 addetti

La Coop scoppia

di Eduardo Palumbo

Il colosso si va sbriciolando come un castello di sabbia. La Coop scoppia, il processo è ormai irreversibile. E’ un intero sistema che si va esaurendo, un sistema di potere solidissimo, un filo rosso ai tempi del Pci.

Tangenti: CPL, cooperativa storica con 1.800 addetti

Metanizzazione a Ischia

La vicenda di Ischia e le presunte mazzette sulla metanizzazione è solo l’ultimo capitolo di un malaffare che sembra consuetudine, visto e accertato che si comportano con la spregiudicatezza di una qualsiasi azienda privata. Rivendicano di essere aziende come le altre, e si comportano di conseguenza. Hanno scoperto il mercatismo e sciolto ogni legame con i valori laburisti e solidaristi.

Le inchieste su Mose, Expo, l’Alta velocità, il sistema Sesto e, naturalmente, Mafia Capitale della celeberrima 29 Giugno. Solo per citarne alcuni ed i più recenti. Ma non è tutto. Le Cooperative dovrebbero essere senza scopo di lucro e avere scopo mutualistico.

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Già ma poi c’è il “prestito soci”, che potrebbe far parlare di “banca clandestina”, se non fosse tutto incredibilmente alla luce del sole. Basta entrare in un supermercato Coop e diventare socio (che è come fare la tessera sconto in qualsiasi catena) per depositare i propri risparmi. Ed il bello (meglio sarebbe dire brutto) che le Coop utilizzano i risparmi dei loro soci non per  comprare e produrre prodotti a prezzi più convenienti, ma per dedicarsi alla speculazione finanziaria come l’Unicoop Firenze, la maggiore per fatturato (ben 3 miliardi di euro). In poche parole le Coop sono finanziate, agevolate fiscalmente ma non possono essere controllate dalla Banca d’Italia in quanto non sono banche. E c’è poco da meravigliarsi allora per quello successo a Trieste dove la Procura ha chiesto il fallimento per la Coop Operaie dopo aver preso atto di un buco da 37 milioni di euro che ha lasciato 600 dipendenti con il fiato sospeso e 17 mila soci con il cerino in mano. O, ad esempio, la Coop Di Vittorio, fondata negli anni ’70, che aveva costruito un braccio finanziario, la Polis Spa ( col compito di effettuare operazioni di speculazione immobiliare, con buona pace dello statuto che prevedeva che la coop avesse come finalità quella di costruire case solo per i propri soci) fallita con debiti accertati dal tribunale per quasi 68 milioni di euro.

Latteria Cooperativa d'Italia

Latteria Cooperativa d’Italia

La sensazione netta, palpabile è che il mondo cooperativo sia completamente “impazzito”, che abbia perso qualsiasi legame con il passato, totalmente sfuggito di mano. All’ultimo congresso della Cgil, del resto, Susanna Camusso non aveva avuto riserve nel lanciare il suo atto d’accusa.  “Sappiamo bene che veniamo dalle stesse radici, ma proprio per questo ci indigniamo di più quando non si riesce a dare risposta al tema della falsa cooperazione, quando si usano appalti alla qualunque e non si firmano i contratti, quando si disdettano gli accordi come una qualsivoglia catena straniera della grande distribuzione. Ci indigniamo non per la presenza di soci lavoratori, ma se sono tali solo per non applicare i contratti, che lo si faccia nella cooperazione industriale o in quella sociale, non va bene”. E non è certo solo storia della terza Repubblica, tutt’altro. Già negli anni novanta in piena Tangentopoli Sergio Cofferati, altro segretario Cgil,  parlava di cooperative “che considerano il lavoro come occasione di profitto sulla pelle dei giovani”.

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L’ultima denuncia è firmata Cinque Stelle. “Si faccia luce sui rapporti tra le cooperative e i partiti in Campania. Il caso Ischia è solo la punta dell’iceberg”. il vice presidente della Camera dei deputati, il grillino Luigi Di Maio, ha incontrato in Procura il coordinatore del pool mani pulite, l’aggiunto Alfonso D’Avino e il coordinatore della sezione notizie di reato, l’aggiunto Luigi Frunzio.  “Non siamo il nuovo partito delle procure – ha spiegato Di Maio – ma siamo venuti a chiedere al Procura di Napoli di mettere sotto i riflettori i rapporti fra cooperative, criminalità organizzata e fenomeni di corruzione. Si faccia luce sui rapporti coop-partiti in Campania, il caso Ischia è solo la punta.”

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Luigi Di Maio

“Abbiamo depositato in Procura ed abbiamo consegnato qualche giorno fa al procuratore nazionale Antimafia, Roberti, un dossier nel quale abbiamo ricostruito i grandi scandali nei quali c’è sempre una coop legata ai partiti, un politico corrotto ed una organizzazione criminale. Per questo intreccio – ha aggiunto l’esponente di M5S – bisogna seguire il filo rosso. Se esistesse una Procura nazionale anticorruzione dovrebbe seguire il filo conduttore o delle cooperative o dei reati corruzione per riuscire a venire a capo di quelli che sono i più grandi scandali d’Italia. Quello che abbiamo chiesto oggi anche in Campania è una verifica dei sistemi delle cooperative, perché per come sono articolate a livello normativo e legislativo permettono maggiori infiltrazioni”.

 

 

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