di Giovanni Pasàn
Crede che la vita sia come un film, un grande set cinematografico. E da buon produttore pensa di poter avere sempre l’ultima parola. Aurelio De Laurentiis è fatto così. E’, probabilmente, afflitto da un delirio di onnipotenza: ogni tanto gli parte la brocca ed è capace di qualsiasi cosa.
Come quella volta che lascio urlante la compilazione dei calendari in diretta tv. “Siete delle merde” lasciò gli studi furioso. O come quella volta che dopo una deludente sconfitta del Napoli a Parma davanti alla contestazione di un tifoso deluso, inscenò una scena da telefilm d’azione americano. Raccontò Dario D’Agostino, tifoso azzurro residente a Porto Recanati.” Scese all’improvviso dal Suv dove era salito assieme al suo staff, si avvicinò e mi scaraventò su un auto in sosta… Dovettero intervenire alcune persone per fermarlo”.
Per non parlare dei rapporti che tiene con la stampa, gradisce solo un certo tipo di domande. Anzi a volte fa fare dei comunicati specificando quello che si può chiedere e quello che è vietato chiedere. Un disastro. Ma qual è l’ultima bravata? Forse la peggiore. E da l’esatta dimensione del modo di fare del presidente. Aeroporto di Capodichino De Laurentiis vuole subito salire in aereo con il suo staff di diciotto persone. E figuriamoci, non vuole fare la fila. Del resto c’è il varco riservato all’equipaggio… Viene accontentato. Non ringrazia. Anzi chiede a uno degli agenti della Polaria in servizio all’aeroporto di portargli i bagagli. Giusto, ma cortese, il rifiuto. “Non è il mio compito questo… “.
A questo punto il presidente del Calcio Napoli insiste per avere il suo pulmino privato per essere accompagnato fino alla scaletta dell’aereo. Operazione però non consentita , per ovvie misure di sicurezza. Apriti cielo. La reazione è incomprensibile e imprevedibile. . Dice al poliziotto: “Non mi servi più, inutile che mi segui”. Poi una gomitata alla gola dell’agente. Ma non è tutto devono trattenerlo gli uomini del suo staff finisce in mezzo al parapiglia anche un secondo agente. Un episodio sconcertante.
C’è chi tenta di di far passare tutto sotto silenzio, ma i sindacati della polizia non ci stanno. “Quello che è accaduto è vergognoso – si legge in un documento Silp Cgil. – e dimostra ancora una volta come personaggi che credono di essere al di sopra della legge non amino il rispetto delle regole e il lavoro che le forze dell’ordine svolgono per tutelare i cittadini”. Non c’è altro da aggiungere.