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Salvo, il risolutore

di Carlo Paolo Visconti

Tagliatore di teste e di bilanci. Un uomo per tutte le poltrone. Il risolutore (di conti in rosso e strutture decotte) per eccellenza. Quando c’è da dare una scossa, arriva lui: Salvatore, Salvo, Nastasi.

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Salvatore Nastasi

Sino ad ora è stato il golden boy della cultura italiana, a soli 42 anni può vantare una serie di incarichi di tutto rispetto: commissario straordinario al teatro Petruzzelli, commissario del Maggio fiorentino, del San Carlo di Napoli e dell’Arena di Verona, direttore generale dello spettacolo dal vivo al ministero, coordinatore del gruppo di lavoro istituito per la costituzione della fondazione “museo egizio di Torino.” In poche parole un curriculum ufficiale (sul sito del Ministero) di sette pagine con indicazione anche del lordo che guadagna: poco più di 167mila euro all’anno, stipendio di tutto rispetto ma non da top manager. E curriculum a parte uomo che, particolare di non poco conto, può contare su una formidabile rete di appoggi trasversali.

Salvo Nastasi è un uomo della ditta. Non il Pd di Bersani, figuriamoci. Della ditta che ha dettato legge negli ultimi anni e che ora continua a funzionare anche se in modo più discreto. Certo alcune inchieste giudiziarie (su tutte quella chiamata “P4″ condotta dal pm Henry John Woodcock, dove Bisignani – indagato pure per associazione a delinquere – ha patteggiato una condanna a un anno e sette mesi) e il crollo del sistema berlusconiano sono stati un brutto colpo.

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Giulia Minoli e Salvo Nastasi

Eppure la coppia più bella del mondo, Gianni Letta e Luigi “Gigi” Bisignani, continua a lavorare, più o meno nell’ombra. Pupillo di Gianni Letta (suo testimone di nozze al matrimonio con Giulia Minoli, figlia di Gianni), compare nella top ten delle dieci persone che contattavano più spesso Bisignani, l’uomo della P4.

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Nastasi

Ama la musica e la buona tavola. Ma ama, soprattutto, il potere. L’ambizione è sconfinata. E’ stato ad un soffio dalla poltrona di direttore generale della Rai (Lorenza Lei lo fregò al fotofinish)  piomba a Bagnoli con una missione nel nome del fare, perché peggio di quello che è stato fatto (o non è stato fatto) negli ultimi venti anni è impossibile.

L’altra parte della medaglia è che troverà un clima non facile, sindaco e presidente della Regione si sentono emarginati dal processo di rilancio e di recupero di Bagnoli.  Luigi de Magistris è contrarissimo all’istituto del commissario a prescindere dal nome in campo. Vincenzo De Luca – che sembrava a un passo dalla nomina di commissario – ha manifestato dubbi sui “nuovi poteri”.

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De Luca e De Magistris

Basterà l’alta protezione di Renzi per placare gli animi ribelli e ostili del territorio? Il punto piò ostico sembra il Comune, il tam tam della protesta è partito da tempo. “ Renzi ci sta facendo perdere tempo, questo governo non solo non aiuta Napoli ma la danneggia.  La nomina di un commissario è fuorilegge. È la Costituzione che ci indica la strada, sono i cittadini e i loro eletti che devono decidere cosa fare a Bagnoli. Non c’è bisogno di cose straordinarie ma di ordinarietà…”

 

 

 

 

 

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