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I tre giorni del Condor

di Eduardo Palumbo

I tre giorni del Condor. Ed il Condor si chiama Matteo, Salvini però, l’eterno ragazzo, brillantino all’orecchio, sempre con quelle felpe che sono comunque un programma elettorale, uno slogan, un obiettivo, anche se la sua maglietta preferita resta quella verde che è un po’ la sua biografia. “Milano. Viverci un onore, difenderla un dovere”.

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Ma lui ormai, non guarda solo alla sua Milano (ha rinunciato anche a candidarsi a sindaco) e ha annunciato tre giorni di “insurrezione”, la chiamata a raccolta di quella Italia ormai disillusa dal Rottamatore, quella che non crede più all’elegia dello zero virgola, la ripresa a parole, le promesse e gli annunci, le tasse che prima le mettono e poi dicono di voler togliere (casa , Imu agricola solo per citarne alcune). E per lanciare la sua rivolta che poteva fare il capitano Teo, il “comunista padano” (era questo il suo movimento all’interno della Lega) se non spolverare un po’di storia e di cuore, e rilanciare le cinque giornate di Milano, però su scala nazionale, perché ormai Matteo Salvini ha sradicato i confini della Padania e guarda lontano sino alla Sicilia, panettone e cassata, ormai non c’è più differenza.

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Salvini va alla “guerra”

“La prima settimana di novembre fermiamo l’Italia per mandare a casa il governo. Tre giorni di blocco totale, di spallata in cui tutta la gente per bene si ferma, da Nord a Sud, isole comprese. Segnatevi le date: il ”. L’idea è confusa, i risultati, facile prevedere, indecifrabili. La proposta-Salvini, è quella di uno sciopero non sciopero “Inviteremo a non acquistare i prodotti che finanziano lo Stato: le cinque Giornate di Milano iniziarono così, con lo sciopero del fumo e del gioco. Lavoratori, artigiani, allevatori, agricoltori, tassisti, partite Iva, trasportatori, poliziotti, nessuno escluso”.

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E non è tutto, c’è dell’altro che bolle in pentola. “Insieme ai nostri sindaci e presidenti della Regione stiamo studiando anche il modo di rimandare il pagamento delle tasse in certi casi farlo non è eversione ma sopravvivenza. Ed è un appello collettivo che facciamo, anche ai Cinque Stelle, a Fratelli d’Italia, ai sindacati e alle associazioni di categoria . Scenderemo in piazza,ovviamente, la piazza è casa nostra, certo che ci faremo sentire. L’Italia non può essere bloccata, c’è bisogno di ridare voce al popolo alla gente, di tornare al voto”.  

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Salvini e Renzi

Al momento è tutto impalpabile, ma non è questo l’obiettivo. E’ fin troppo chiaro che il messaggio che si vuole lanciare è da una parte quello di una forza antagonista al renzismo, insomma non c’è solo il Matteo Premier e segretario e dall’altra, nell’immobilismo imperante del fragile centrodestra, imporre in modo sempre più determinante la propria leadership con iniziative, manifestazioni. Nel vuoto di proposte Salvini cavalca l’onda di proposte più che innovative come quella della “flat tax”  che naturalmente ha favorevoli e contrari ma, che comunque, tenta di scardinare l’immobilismo di una politica fiscale cristallizzata da tempo senza avere mai buoni risultati.

 

 

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