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A mare con Salgari

di Mimmo Carratelli

A Capri i sindaci litigano per il traffico e per fare la pace deve intervenire addirittura il prefetto. A Ischia vogliono chiudere una scuola e c’è casino per l’ospedale, sotto il sole di luglio più di tremila persone sono scese in piazza per difendere il vecchio Rizzoli, la struttura sanitaria voluta da patron Angelo, cinema e giornali, imprenditore di altri tempi. Sarà una mia sensazione ma ovunque mi giro, da queste parti manca il sorriso. E allora sapete che faccio? Me ne vado all’isola di Sandokan, la terza più grande al mondo, un paese a cavallo dell’equatore con gli oranghi che hanno il dna simile a quello dell’uomo, dove si incontrano gli elefanti pigmei, le scimmie nasiche e le civette zibetto con la coda a strisce. Ed ancora la fattoria dei coccodrilli e il fiore più grande del mondo…

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Carratelli e il mare della fantasia

Me ne vado a cavallo dell’equatore. Lontano. Tra i cacciatori di teste del Borneo, meno pericolosi di Equitalia (ci vuole poco). Volo Klm da Milano. Le hostess olandesi mi sono sempre piaciute. Ce n’era una, giavanese, capelli neri, riflessi azzurri, al “Cabaret Noir” in Amstelstraat 24, anni Settanta, il locale era poco lontano dal Blue Bridge sull’Amstel, un fiume canalizzato nel cuore di Amsterdam. Ora avrà i suoi anni, era bellissima.

Destinazione Borneo, la terza isola più grande del mondo, dopo la Groenlandia e la Nuova Guinea. Vado nella giungla di Sandokan, nell’estremo nord del Borneo, nel Sabah, stato federale della Malesia, tra gli oranghi, “gli uomini del bosco”. Leggo che il Dna di questo primate è il 96 per cento di quello dell’uomo. Ci intenderemo. Non sono mai stati a “Porta a porta”. Mi fido degli oranghi.

Atollo-Layang-Layang-Borneo-Malesia Vista dall’alto è una barriera corallina che circonda una pista aerea, la piccola Layang Layang

Atollo-Layang Layang, Borneo Malesia

Vado al riparo dalle nostre nequizie nazionali. Sabah negeri di bawah bayu (Sabah, la terra sotto il vento). Il monsone, fitto e violento, dura al massimo mezz’ora e, col caldo che fa laggiù, è solo una benedizione.

Vado a godermi in un sol colpo il Mar cinese, il Mar di Sulu e il Mar di Celebes.
Vado a vedere gli elefanti nani del Borneo, li chiamano “pigmei”, sono piccoli, docili e socievoli. Quanti nani abbiamo in Italia poco docili e sempre incazzati? Pensate a Brunetta?

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Vado a conoscere il leopardo nebuloso, una specialità del posto, sul mantello rossiccio ha tante ellissi che ricordano le nuvole, così dicono.
Porto un po’ di sigarette per Yanez de Gomera, casomai lo incontrassi. Vado a vedere le scimmie nasiche, il loro muso proboscidato starebbe bene ai politici bugiardi di casa nostra. So dov’è l’isoletta di Labuan e mi auguro di incontrare una qualche lady Marianna Guillonk, insomma una perla di Labuan, se francese è meglio, diciamo una biondina di Parigi stesa su una delle spiagge di sabbia-borotalco nella baia di Labuk.
Andrò alla fattoria dei coccodrilli, a Kuching. Se gli parlano di Berlusconi, mi dicono che piangono. Comprerò un kriss malese, non si sa mai, incontrassi una tigre di Mompracem, la punta ondulata del pugnale mi è sempre piaciuta.

Elefanti nani del Borneo

Elefanti nani del Borneo

 

Mi assicurano che in Borneo non arrivano i tweet di nessuno nemmeno quelli di Grillo. Ci sono più di cinque stelle nel cielo malese. Laggiù conoscono 420 specie di uccelli, ma non sanno niente di Matteo Renzi, l’usignolo fiorentino. Sono curioso di incontrare la civetta zibetto che ha il muso aguzzo di un gatto e la coda a strisce. Penso ad Antonio Conte che allena il Chelsea a Londra e si ritrova di colpo fuori dall’Europa.

La Rafflesia Arnoldi

La Rafflesia Arnoldi

Andrò nella giungla, più facile che destreggiarsi fra le duecentomila leggi italiane, la nostra giungla tricolore. Spero di conoscere Tremal-Naik, lui sa come affrontare giudici e avvocati, i thugs dello Stivale. Mi allontano dall’Italia che ormai tutti i Paesi del mondo lasciano indietro. Il Borneo, per dire, è sei ore avanti.
In Borneo c’è il fiore più grande del mondo, la Rafflesia, il suo appeal supera quello di Maria Elena Boschi, supera i cento centimetri di diametro, ma non conosco le misure del fiore di Montevarchi.
Il Borneo è famoso per il sorriso spontaneo della gente (D’Alema non abita là). C’è corruzione, ovvio, e i soldi vengono porti con la mano destra perché, dicono, con la sinistra ci si pulisce il sedere. Si può mangiare con cinque euro così che, con gli 80 euro che Renzi ha restituito agli italiani più indigenti, questi in Borneo mangerebbero 16 giorni, in Italia appena tre.

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Emilio Salgari

713iI telefonini, accidenti, prendono anche in Borneo, ma nessuno ti dà il numero di Claudia Schiffer.

D’altra parte sarebbe inutile. Non verrebbe al ristorante neanche per un milione di sterline, quante ne ha rifiutate per una cena a un principe arabo. Si parte. Destinazione Borneo. Non farò finta di essere Sandokan, ma ho una lettera di credenziali di Emilio Salgari. A qualcosa servirà.

 

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