di Franco Meda
Ognuno la pensa come vuole. Ci mancherebbe. Certo che vedere la figlia del ministro più importante del governo Renzi, quello dell’economia e delle finanze, protestare contro le politiche del governo, guidare la rivolta dei migranti ed essere schierata apertamente contro Israele ed a favore della Palestina, non può non destare impressione. Imbarazzo. Ad essere buoni
Veronica Padoan, figlia di Pier Carlo Padoan, è un’attivista del Comitato Lavoratori delle Campagne e Rete Campagne in Lotta un movimento che lotta per le condizioni gravissime in cui versano i lavoratori delle campagne.
Concetti chiari. “Non abbiamo bisogno di un aumento della repressione e della presenza poliziesca, né di tendopoli che di umanitario hanno ben poco, ma della regolarizzazione di tutte le persone che lavorano nelle campagne, a partire dai documenti e dai contratti di lavoro. Chiediamo anche casa e trasporto gratuiti per gli stagionali, il minimo per combattere efficacemente e non solo a parole il caporalato”.
E per lanciare le loro proposte sono andati a Foggia a manifestare contro il ministro della giustizia Orlando. Ed era proprio Veronica Padoan a guidare la manifestazione. “Già la giunta Vendola aveva millantato di smantellare il gran ghetto di Rigano ma il problema non sono queste comunità; il problema – ha ribadito Veronica Padoan – è che se non si organizza effettivamente il lavoro nei campi è inutile parlare di smantellare i ghetti. La questione abitativa è presente anche nei contratti provinciali e nazionali. Inutile girarci introno la questione del gran ghetto di Rignano è una questione che preme pesantemente sulla Regione Puglia. E Emiliano, dal canto suo, descrive il ghetto come un covo di fondamentalisti islamici…”
Veronica Padoan non è in prima linea solo contro il caporalato ed i ghetti. E’ impegnata anche contro le politiche di Israele.
Dal suo sito Facebook ecco che troviamo “Boycott to Israel”, l’adesione e la partecipazione a Bds Italia, il movimento per il boicottaggio, disinvestimento e sanzioni contro Israele, costituito da associazioni e gruppi in tutta Italia che hanno aderito all’appello palestinese.
Una presa di posizione che la dice lunga sullo schieramento di campo. Che non può non creare imbarazzo.