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Mara amore amaro

di Enzo Ciaccio

Occhioni dolci,lingua tagliente. Maria Rosaria Carfagna, detta Mara, 40 anni, nata a Salerno, ex show girl in Rai e Mediaset, poi parlamentare ed ex ministro per le Pari opportunità nei governi Berlusconi e oggi a capo dell’opposizione di centrodestra che ha il compito di mandare in crisi (se ne sarà capace) il sindaco ex pm e la sua rivoluzione napoletana in salsa “zapatista”

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Nel gioco della torre, fra il gay pride e il Primo maggio non esita a buttar giù la festa dei lavoratori. E tra il gossip e il mal di denti assicura di preferire il mal di denti.

Il suo principale difetto? Non le piace “fare piaceri”. E poi, il carattere: è assai rigido. E per niente estroverso. Gli amici salernitani non le hanno mai perdonato un suo viaggetto a Nusco, a casa di Ciriaco de Mita, effettuato quando era ancora giovanissima e desiderosa di fare politica. Un viaggio inutile, perché De Mita – raccontano – “la trattò con sufficienza”.
Amata, contestata, ammirata, insultata, invidiata: era a lei – ex soubrette in tivù – che il giornalista (e parlamentare del Popolo della libertà) Paolo Guzzanti si riferiva quando parlava di un’avvenente ministra “calendarista”. Invece per Andrea Scanzi, cronista de Il Fatto Quotidiano, “da colomba che era si è trasformata in una pitonessa, pronta a divorare in un soffio chiunque la ostacoli”.

Mara Carfagna e Daniela Santanchè chiacchiere e relax al Twiga

Mara Carfagna e Daniela Santanchè, pitonesse al sole

Chi la frequenta, (in primis – dicono – il sindaco rieletto di Napoli Luigi de Magistris) avverte che lei costituisce “una presenza a sorpresa”, “impegnativa e ingombrante”, e che – date le capacità dimostrate e la indubbia forza mediatica – “da leader dell’opposizione potrà creare problemi di non poco conto all’amministrazione che governa Napoli”

Stanislao Lanzotti, giovane consigliere del suo partito, ammette che “è una vera forza della Natura: bella, preparata e caparbia al punto giusto”, ma che “per vincere a Napoli c’è bisogno anche di una proposta politica convincente che al momento il centrodestra non possiede”.

mara-carfagnaIn aula, per la prima seduta del nuovo Consiglio comunale in cui è stata eletta per  Forza Italia con quasi 6 mila voti (il record a Napoli), si è presentata indossando un vestito orientaleggiante dal fondo scuro e tempestato “da una elegante fantasia di fiori e fogliame”.
Alla sua comparsa nell’austera sala dei Baroni, è scoppiato il finimondo: fotografi, reporter, televisioni, inviati speciali, cronisti politici, vigili urbani e pubblico hanno abbandonato d’istinto il sindaco che salutava gli assessori e gli assessori che si salutavano fra loro per puntare telecamere, microfoni e attenzione sulla neo-eletta Maria Rosaria Carfagna, detta Mara, 40 anni, nata a Salerno, ex show girl in Rai e Mediaset, poi parlamentare ed ex ministro per le Pari opportunità nei governi Berlusconi e oggi a capo dell’opposizione di centrodestra che ha il compito di mandare in crisi (se ne sarà capace) il sindaco ex pm e la sua rivoluzione napoletana in salsa “zapatista”.

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Mara Carfagna ed un galante SIlvio Berlusconi

Un dato è sicuro: Mara è una che ruba la scena. Perciò, a un vanitoso (dicono) come Luigi de Magistris la sua semplice “presenza” fa venire il magone.
E poi è una che non scherza. Né ha voglia di sprecare tempo o di finire arrosto sul rogo di una opposizione sterile e inoffensiva come è stata quella che ha caratterizzato i primi cinque anni di de Magistris sindaco.
“Anzi”, sussurra chi conosce bene la pupilla di Silvio Berlusconi, “la sua strategia è di utilizzare al meglio il palcoscenico Napoli, che garantisce una indubbia visibilità nazionale sul piano mediatico oltre che politico ed è una piazza affamata di sana conflittualità visto che per tutta la precedente legislatura un’opposizione degna di tale nome è stata inesistente per colpa di un centrodestra opaco e di un Partito democratico dilaniato dalle eterne faide interne”.
Napoli, perciò, lascia intendere Lanzotti, può rappresentare per Mara “il test ideale per crescere ancor di più nella considerazione di tutti, e di Berlusconi, in particolare, onde proporsi al momento opportuno come il leader più accreditato del centrodestra italiano per i prossimi 10-20 anni”.

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Gianni Lettieri e Mara Carfagna

C’è chi insinua: “La Carfagna, come molti, aveva previsto la sconfitta del centrodestra a Napoli. Perciò ha fatto finta di sacrificarsi a fare la capolista lasciando a Lettieri il ruolo (scomodo) di candidato a sindaco. Ha avuto ragione: ora, a sconfitta consumata, Lettieri vale zero e il number one è lei. Insieme con un gruppo di giovani dirigenti locali che l’hanno aiutata”

De Magistris, per ora, osserva e basta. “Eppure”, sussurrano a Palazzo San Giacomo, “è già infastidito per tutti quei microfoni e le tivù che da un po’ di giorni non cercano più lui, ma l’avversaria che gli ruba la scena”.

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Luigi De Magistris

Alla seduta di inaugurazione del nuovo Consiglio comunale Mara, sommersa dai flash, ha usato molto fair play, ha sorriso ha fatto gli auguri. Le sue parole, però, sono scudisciate. Anzi, c’è chi parla di una dichiarazione di guerra: “Sei stato votato da un napoletano su quattro. Sei un capopopolo senza popolo», intima gelida a un De Magistris che ascolta immobile.
Sanare le occupazioni illegali vuol dire incentivare l’illegalità”, aggiunge severa. E poi: “Tranquilli , vi faremo cambiare idea su molte cose”. E ancora: “A Napoli per i servizi sociali si spende meno di un quarto della media nazionale, altro che città dei diritti e delle uguaglianze”. Le frecciate: “Voglio capire: qui vige la legge italiana o quella del più furbo?”. Sulla scuola: “A Napoli solo due bambini su 100 vanno all’asilo nido”. Sugli impietosi paragoni: «Napoli oggi è una città più povera, più sporca e più violenta di prima: non era facile fare peggio delle giunte di Rosa Iervolino».
La Carfagna ha anche aperto una pagina Facebook intitolata “Dillo a Mara”, in cui sollecita i napoletani a riferirle «tutto quel che si può migliorare».

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Piena disponibilità, dunque. Fino al punto che durante la festa di chiusura della campagna elettorale ha accettato perfino di cantare e ballare come non faceva dai tempi della televisione.
Occhioni dolci, i suoi. Ma la lingua è tagliente. E sarcastica. Di De Magistris ha detto: “Mi ricorda il film di Benigni, Johnny Stecchino, e quell’autista di taxi secondo cui il più grave problema di Palermo non è la mafia, ma il traffico”. Oppure: “È un signore che ha fatto il sindaco peggio di come ha fatto il pm”.

Al di là delle frecciate, ha già attaccato la Giunta sul bilancio, ha presentato un’interrogazione parlamentare per capire meglio l’uso delle abitazioni del patrimonio immobiliare del Comune di Napoli, ha contestato il presunto isolamento in cui si ritrova oggi la ex capitale del Sud d’Italia, ha inveito contro la fuga dei giovani.

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Insomma, la sua è una battaglia a 360 gradi. Altro che i timori di Berlusconi che di lei ha detto: “Avrebbe di sicuro vinto le elezioni, ma mi è mancato il cuore di lasciarla nelle mani della camorra”.
Caustica e puntuta nei confronti dell’avversario Luigi de Magistris, Mara la pitonessa unisce come nessuno il popolo del centrodestra (che l’avrebbe di gran lunga preferita a Gianni Lettieri nella corsa a sindaco), ma non ha mai “risparmiato” neanche le presunte “amiche” di partito o di coalizione: chi non ricorda i modi spicci con cui a maggio 2016 ha fatto fuori dalla lista per le Comunali di Napoli Alessandra Caldoro, designer, esperta di danza del ventre e sorella di Stefano, l’ex governatore della Campania e suo convinto alleato?
E come dimenticare l’appellativo di “vajassa” conferito nel 2010 alla parlamentare Alessandra Mussolini che l’aveva fotografata in Aula mentre parlottava con il campano Italo Bocchino, ex delfino di Gianfranco Fini?
Raccontano che di lei Pina Picierno, parlamentare del Pd, avrebbe detto in un impeto di sobrietà: “La Carfagna? È un po’ come la Tatcher, ma con il ciclo”.
E ancora: “I suoi veri avversari sono Luigi Cesaro, ex presidente della Provincia (detto ‘a polpetta), e gli altri amici dell’ex coordinatore di Berlusconi Nicola Cosentino, accusato di gravi reati di camorra, con cui non ha mai avuto feeling”.
Confessa un militante: “Sarà di sicuro così, ma è altrettanto vero che alle elezioni comunali 2016 di Napoli – da cui Mara è uscita supervincitrice – a darle una mano con le serate al sapore di pasta e patate è stato tra gli altri Armando Cesaro, potente consigliere regionale. E figlio di Luigi, detto ‘a polpetta”.

 (Enzo Ciaccio, Lettera 43)

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