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Big boom

di Gianpaolo Santoro

Sangue, ancora sangue. Quando finirà, se mai finirà? Ancora Isis, ancora estremismo islamico, ancora dritti al cuore della vecchia Europa, a Londra che ha il suo bel sindaco musulmano. Sono stati fermati ad un passo da Westminster, la culla della democrazia.  

Armed police officers enter the Houses of Parliament in London, Wednesday, March 23, 2017 after the House of Commons sitting was suspended as witnesses reported sounds like gunfire outside.(ANSA/AP Photo/Kirsty Wigglesworth) [CopyrightNotice: AP 2017]

Un pazzo, un inutile pazzo, con un coltello, più che un attacco uno sfregio, a tutti noi, all’Occidente intero. Ormai non sono neanche più attacchi militari, azioni predisposte con cura, commando di morte, sono lupi solitari pronti a mordere con rabbia, con cattiveria, con odio. Con fede.

Già, perché loro dicono di avere una fede. Un agente di polizia è stato accoltellato nel cortile del Parlamento, poco dopo il terrorista è stato ucciso. Ma era votato alla morte.

Ma non bastava lo sfregio, non bastava una vittima, doveva esserci il sangue, il dolore di tanti, dovevano lasciare una scia di terrore e di paura, perché loro solo il sangue conoscono.

Emergency personnel tend to an injured person close to the Palace of Westminster, London, Wednesday, March 22, 2017. London police say officers called to a 'firearms incident' on Westminster Bridge, near Parliament. The leader of Britain's House of Commons says a man has been shot by police at Parliament. David Liddington also said there were "reports of further violent incidents in the vicinity." Britain's MI5 says it is too early to say if the incident is terror-related. (Yui Mok/PA via AP).

Ed allora prima di attaccare il Parlamento, con un Suv il terrorista è passato sul ponte Westminster falciando chi trovava sul suo percorso, una donna per evitare quel proiettile impazzito si è gettata nel Tamigi. Quattro morti (più il terrorista) una quarantina di feriti, ma Scotland Yard non ha ancora fornito dati ufficiali. Il bilancio è provvisorio.

Ancora la maledetta  “car jihad”, quella “tecnica tosaerba” che solo delle belve possono usare contro inermi cittadini, quella follia assassina realizzata nelle stragi di Nizza e di Monaco e che già nel maggio di quattro anni fa era stata messa in atto proprio a Londra per uccidere un soldato britannico.

InspireWinter2013-1

Il dramma è che tutto scritto, ma l’Occidente fa finta di non sapere. Chiude gli occhi. Eppure è tutto maledettamente scritto. Eppure ogni volta c’è qualcuno si sorprende si meraviglia. “Inspire”, l’allora rivista ufficiale di Al-Qaeda e bibbia per ogni aspirante terrorista sette anni fa pubblicò un lungo articolo col titolo “Il tosaerba supremo”, dove dettagliatamente si spiegava come  seminare terrore e morte tra i cittadini. “L’idea è di usare un camion un pickup, ma anche un’auto qualsiasi, come un tosaerba. Non certo per pulire il prato ma per abbattere i nemici di Allah”.

E’ un rancido minestrone di ferocia, pazzia, radicalismo religioso. E sangue tanto sangue, per questo popolo di vampiri che vive e, soprattutto, muore al grido “Allahu Akbar”. “Per ottimizzare il massacro – si legge ancora nel manuale del terrorista fai da te – dovete raggiungere la massima velocità che tuttavia vi permetta di mantenere il controllo del veicolo, per colpire quante più persone possibile. Ricordate che non appena le persone capiranno l’accaduto, inizieranno a correre in ogni direzione”.

indexecondo numero di Rumiyah (ossia Roma o più esattamente romana) la nuova rivista digitale dello Stato Islamico

Ma il terrorista di Londra non ha usato solo l’auto, ma anche il coltello. E come non ricordare quello che si poteva leggere nella nuova rivista digitale di propaganda dello stato Islamico Rumiyah (ossia Roma o più esattamente romana). “Uccidere con il coltello è la via migliore per arrecare sofferenze agli infedeli.” Con una copertina (un coltellaccio insanguinato) che finiva con l’essere un credo di morte.

Non vogliamo capire, non cerchiamo di capire. E chi ha cercato di farci comprendere a che cosa andavamo incontro è stato osteggiato, deriso, violentemente attaccato. “Più cerco di capire e meno capisco lo sgomentevole errore su cui la speranza del mondo occidentale si basa – scriveva Oriana Fallaci-. Naturalmente anch’io vorrei un mondo dove tutti amano tutti e dove nessuno è nemico di nessuno. Ma il nemico c’è. Lo abbiamo qui, in casa nostra. E non ha nessuna intenzione di dialogare. Né con la chiesa né con noi…” Sono passati dodici anni, centinaia di morti ammazzati nel nome della guerra santa. E c’è chi ancora non se ne rende conto.

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