di Maria Giovanna Maglie
Non è solo una sentenza politica, è un tentativo di fermare un leader politico in stato di grazia e il suo partito in forte e veloce avanzata democratica. Quindi è anche un tentativo di fermare e imbavagliare la volontà popolare. Infine, oggi riguarda la Lega, ma siccome questo è un precedente, domani può toccare a qualunque altro movimento che dia fastidio. È un argomento sul quale invito a meditare tutti coloro che magari detestano Salvini e la Lega,e ritengano perciò stoltamente di gioire oggi.
Non c’è alcun dubbio che la magistratura abbia agito in questo caso come potere politico.
Sequestra i finanziamenti di 10 anni, che corrispondono ai voti ottenuti, cioè 49 milioni di euro, quando in discussione è l’appropriazione di una cifra inferiore a 3 milioni di euro; nonostante la dirigenza sia totalmente cambiata; mentre il processo Bossi-Belsito è in appello, quindi non c’è sentenza definitiva.
Infine la decisione è stata presa anche se nel nostro diritto la responsabilità penale è personale e non riguarda ne’ Salvini né gli attuali dirigenti, i quali possono a buon diritto ritenersi vittime e truffati, non truffatori.
Una vicenda analoga è accaduta in passato con La Margherita. A pagare fu il tesoriere Lusi, e nessuno pensò di sottrarre l’intera somma di finanziamenti pubblici a quel partito.
È possibile, persino probabile, che da domani con un nuovo simbolo Matteo Salvini sia in grado di rialzare la testa, e che una sottoscrizione popolare ottenga addirittura un risultato clamoroso, tale da segnare una vittoria politica in più.Me lo auguro perché a quelli che pensano di fare la battaglia politica non con le loro idee e la forza dell’opposizione ma con mezzi infami come quelli giudiziari, una lezione ci vorrebbe proprio. Anche se non imparano mai.