di Carlo Breme
Questa è una storia orripilante, di incredibile ferocia. Una storia ai confini della realtà. Come solo una storia d’Olocausto può essere. E’ la storia di un album di foto realizzato con pelle umana appartenente alla vittima di un campo di sterminio: il macabro oggetto risalente alla Seconda Guerra Mondiale è stato ritrovato in un mercatino dell’antiquariato in Polonia. Incredibile.
L’acquirente lo ha consegnato al Museo commemorativo di Auschwitz: aveva notato che la copertina “ha un tatuaggio, capelli umani ed emana un cattivo odore”.
Gli esperti del museo commemorativo di Auschwitz hanno impiegato molto tempo prima di pronunciarsi. Lo hanno analizzato in lungo ed in largo, per arrivare alla conclusione stupefacente che molto probabile che l’album possa essere stato realizzato davvero con pelle umana , presumibilmente la pelle di un detenuto assassinato nel campo di concentramento nazista di Buchenwald, in Germania visto anche il tatuaggio dei numeri
Buchenwald, venne istituito nel luglio del 1937, fu uno dei più grandi campi aperti dai nazisti e divenne noto per la depravazione delle sue guardie. Tra di loro c’era anche Ilse Koch, conosciuta tra i detenuti come la “Cagna di Buchenwald”.
Ilse Koch era la moglie del comandante del campo, Karl-Otto Koch, e si dice abbia fatto assassinare prigionieri con tatuaggi particolari: in seguito la loro pelle è stata utilizzata per foderare oggetti di design, come paralumi, libri, copritavoli. E album.