di Eduardo Palumbo
Sangue, morte sulla promenade des Anglais, il leggendario lungomare di Nizza. Dolore, rabbia, impotenza davanti all’ennesima mattanza. Come una guerra, più di una guerra. Un’altra strage in Francia, l’ennesima in poco più di un anno, dopo Charlie Hebdo, il Bataclan, una scia di sangue infinita. Nel giorno della massima festa transalpina quella della rivoluzione. Per umiliare un Paese. Per sporcare la spiaggia più fascinosa, quella della Costa Azzurra. Nel giorno della presa della Bastiglia si aspettava lo spettacolo pirotecnico dei fuochi, l’incendio del cielo. Ma ad un tratto è esplosa la terra, l’inferno in strada.
Neanche il tempo per tirare un sospiro di sollievo per la fine degli europei, senza attentati terroristici, ecco l’ennesima, maledetta strage. Un camion (zeppo di armi e granate) kamikaze ad ottanta all’ora si lanciato sui marciapiedi, procedendo a zig zag fra i tavolini dei bar e dei ristoranti, puntando la gente a pochi metri dal Negresco il grande albergo dei divi. Una folle corsa di circa due chilometri, travolgendo tutto quello che trovava sulla strada. “Ho visto gente sbalzata in aria come birilli, abbattuti come al bowling“dice uno dei superstiti. “Ho visto la morte, ho capito quanto siamo impotenti contro il terrorismo…”
Ma non solo: dal camion anche raffiche di mitra all’impazzata, una carneficina, una strage. Ottantacinque morti per ora, centinaia di feriti, la fine del mondo. Non si è ancora riuscito ad appurare se l’autista del camion ha agito da solo o se avesse dei complici. Se fosse stato da solo non si capirebbe l’arsenale che è stato ritrovato nel grande camion bianco.
Non si capisce come un camion di quella portata potesse essere parcheggiato nei pressi della Promedade des Anglais, in un giorno di festa. Gli interrogativi si rincorrono, i servizi segreti francesi ancora una volta hanno dimostrato di non essere all’altezza.
E questa è proprio la fine del mondo, una guerra infinita combattuta contro i fantasmi, da questa parte e dall’altra parte del mondo. L’autista è stato poi ferito a morte. L’Isis ha rivendicato poche ore dopo l’attentato. Spente le luci della torre Eiffel, festeggiano alcuni siti jihadisti.