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Marmo faccia di marmo
Ma Gaia Tortora non perdona

 di Eduardo Palumbo

Questo Paese è davvero uno strano Paese. Discutiamo da sempre della responsabilità civile dei magistrati, ci attorcigliamo su discorsi di principio, di indipendenza della giustizia, e bla bla bla, i discorsi di sempre. E discutiamo di Casta.

Poi arrivano notizie che ti fanno capire tutto e ti lasciano senza parole. Dopo trenta anni il pubblico ministero del Processo Tortora Diego Marmo chiede ufficialmente scusa. “E’ arrivato il momento. Mi sono portato dentro questo tormento troppo a lungo. Chiedo scusa alla famiglia Tortora per quello che ho fatto” ha detto Marmo a “il Garantista”.  Durante la requisitoria, nel 1985, Marmo descrisse il giornalista Rai come “un cinico mercante di morte”, E non solo. Ricordate il Tortora che veniva descritto come un importante camorrista, uno che contava nella malavita? Il conduttore fu condannato per camorra, poi assolto nel processo d’Appello, ma soltanto dopo avere trascorso tre anni agli arresti.

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Diego Marmo

“Mi feci prendere dalla foga” ha rivelato candidamente . E spiega di non avere parlato prima perché “ho creduto che ogni mia parola non sarebbe servita a niente. Che tutto mi si sarebbe ritorto contro. Ero  l’assassino morale di Tortora e dovevo tacere”.

I casi della vita. Quando il giudice Marmo decide di chiedere scusa alla famiglia Tortora e di affrontare con la stampa il processo dei processi della metà degli anni ottanta, quello che gli regalo per mesi le prime pagine dei maggiori quotidiani del mondo? Quando, coincidenza, destino della vita, ha smesso la toga e si è messo a fare politica (è stato nominato assessore alla legalità a Pompei di una amministrazione a guida Pd). Non c’è bisogno di aggiungere altro. C’è un solco sempre più grande fra una certa parte della magistratura e la società italiana. Ed il comportamento di alcuni togati, questo solco, lo fa aumentare a dismisura.

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Gaia Tortora

Gaia Tortora dice no   “E’ tardi, troppo tardi. Sono passati 30 anni e sei mesi…” Gaia Tortora la figlia più piccola di Enzo, oggi ha 45 anni, è capo redattore politico al Tg de La7. Gaia affida a Facebook il suo pensiero. “Scrivo qui queste poche righe perché stanca di parlare. Stanca di spiegare. Stanca di pensare che anche questa volta le mie parole potrebbero essere ridotte o interpretate. Lo faccio qui ad uso e “consumo” di tutti. Di quelli che mi vogliono bene e anche dei colleghi che puntualmente mi cercano. Quelli di cui riconosco il pudore nell’avvicinarmi quelli che ancora oggi non smettono di stupirmi per la sciatteria e l’insensibilità. È troppo tardi. Ci sono stati 30 anni in mezzo. Ma se avesse ammesso di aver sbagliato prima non avrebbe ottenuto le sue promozioni. E ora forse la sua ennesima poltroncina traballa sotto il peso delle polemiche. Provo compassione e pena per chi ha giocato con la vita di un uomo innocente”. Infine una richiesta “Chiedo ai politici di destra e sinistra di smetterla di dire cosa sarebbe bene per Tortora.Senza mai porsi il problema di cosa provocano le loro esternazioni in noi. Chiedo al governo di fare una riforma della giustizia che abbia un senso e dia una dignità alla parola giustizia. Dignità. Una parola di cui quegli ominicchi, come ci ha insegnato il grande Sciascia, non conoscono probabilmente neanche il significato .

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