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Pronti per centomila giovani
430 euro al mese per un anno

di Paolo Ariete

Oggi in Italia i giovani impegnati nel servizio civile sono 15.000, ma le domande non accolte per mancanza di fondi sono sei volte di più. Un piccolo esercito destinato però a toccare quota 100.000 unità nell’arco di tre anni.  Riceveranno circa 430 euro al mese, per 8-12 mesi, per un impegno di 30 ore settimanali.

 

In alcuni dei territori dove sin d’ora siamo stati abituati a vedere la presenza dei caschi blu (le forze armate dell’Onu) presto potremmo vedere sempre con maggiore frequenza anche i caschi bianchi. Ma chi sono i caschi bianchi?

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Sono giovani volontari e volontarie in servizio civile all’estero impegnati in missioni di promozione della pace, dei diritti umani, dello sviluppo e della cooperazione fra i popoli, all’interno di un progetto elaborato congiuntamente da una serie di associazioni  (Comunità Papa Giovanni XXIII, Caritas italiana, Volontari nel mondo).

untitledIl progetto Caschi Bianchi si fonda sull’eredità lasciata dagli obiettori di coscienza, nel percorso di costituzione dei corpi civili di pace, basati sui principi della difesa popolare nonviolenta, in situazioni di conflitto armato o di violenza strutturale e negazione dei diritti umani. Essi operano per la costruzione di una pace positiva, che non significa semplicemente assenza di conflitto.

La possibilità di adesione a questi progetti, già prevista dall’articolo 9 della legge 230/1998 “Nuove norme in materia di Obiezione di Coscienza”, che ha riconosciuto agli Obiettori di Coscienza l’opportunità di operare all’estero, è oggi regolata dall’articolo 9 della legge n. 64 del 2001. Tali norme riconoscono come ambiti operativi le “strutture per interventi di pacificazione e cooperazione fra i popoli, istituite dalla stessa Unione Europea o da organismi internazionali operanti con le medesime finalità”.

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Oggi in Italia i giovani impegnati nel servizio civile sono 15.000, ma le domande non accolte per mancanza di fondi sono sei volte di più. Un piccolo esercito destinato però a toccare quota 100.000 unità nell’arco di tre anni. Luigi Bobba, sottosegretario con delega al servizio civile, ha ribadito, infatti, la volontà del governo di cambiare pelle al servizio civile italiano: fra pochi giorni, ha assicurato, andrà all’esame del consiglio dei ministri la legge delega che dà attuazione alla trasformazione del settore definendone organizzazione, finalità e competenze, che andranno dalla protezione civile all’assistenza, dalla tutela dell’ambiente a quella del patrimonio artistico e culturale.

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A partire da ottobre saranno reclutati 37.000 giovani utilizzando 125 milioni di euro già disponibili e 55 milioni provenienti dai progetti regionali del piano garanzia giovani. Nel triennio si punterà al reclutamento di 100.000 ragazzi, italiani e non. Riceveranno circa 430 euro al mese, per 8-12 mesi, per un impegno di 30 ore settimanali. Una sorta di reddito minimo garantito per i giovani? Per Bobba, nessun dubbio. “Il reclutamento dell’”esercito” dei centomila non vuole essere un contentino a giovani senza lavoro ma un’occasione di crescita, un’esperienza utilizzabile nelle rispettive scelte di vita, che lo Stato dovrà riconoscere attraverso l’attribuzione di crediti formativi. Il semestre europeo a guida italiana dovrà essere anche l’occasione per creare un servizio civile europeo.”

 

 

 

 

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