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Spese superiori all’entrate
Mille disoccupati al giorno

di Alberto Toro

Le cifre non tradiscono. E le cifre sulla situazione italiana parlano da sole. E ci aiutano, ancora una volta la Cgia di Mestre e l’Istat, ad avere maggiore consapevolezza di quello che sta succedendo. Spesa pubblica e disoccupazione. Il dramma continua.

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Tra il 1997 e la fine del 2014, le entrate fiscali (questa voce comprende le imposte, le tasse, i tributi e i contributi previdenziali ma non include le “Altre entrate correnti” e le “Entrate in conto capitale non tributarie” che non “gravano” sulle tasche degli italiani) aumenteranno del 52,7 per cento : in termini assoluti, la crescita sarà di circa 241 miliardi di euro. Per contro, la spesa pubblica al netto degli interessi crescerà in misura maggiore: in termini percentuali del 68,7 per cento e in valore assoluto di 295,9 miliardi di euro.

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E il lavoro? Torna a salire il tasso di disoccupazione. A luglio, informa l’Istat, si è attestato al 12,6 per cento, in aumento di 0,3 punti percentuali rispetto al mese precedente e di 0,5 punti nei dodici mesi. Il dato cancella la flessione registrata il mese precedente e riporta il tasso di senza lavoro ai livelli di maggio, appena sotto i massimi storici.

A Luglio gli occupati sono calati, a un ritmo di oltre 1.000 al giorno. In totale (secondo i dati Istat), sono 22 milioni 360 mila, in diminuzione dello 0,2 rispetto al mese precedente (-35 mila) e dello 0,3 per cento su base annua (-71 mila). Il tasso di occupazione, pari al 55,6 per cento, diminuisce di 0,1 punti percentuali sia in termini congiunturali sia rispetto a dodici mesi prima.

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I disoccupati tra i 15 e i 24 anni, informa l’Istat, sono 705 mila. L’incidenza dei disoccupati di 15-24 anni sulla popolazione in questa fascia di eta’ e’ pari all’11,8 per cento, in aumento di 0,1 punti percentuali rispetto al mese precedente e di 1,1 punti su base annua. Il tasso di disoccupazione dei 15-24enni, ovvero la quota dei disoccupati sul totale di quelli occupati o in cerca, e’ pari al 42,9 per cento, in diminuzione di 0,8 punti percentuali rispetto al mese precedente ma in aumento di 2,9 punti nel confronto tendenziale.

Ma facciamo un passo indietro e torniamo a guardare l’andamento delle entrate tributarie che risulta essere molto significativo. Sempre tra il 1997 e il 2014, i tributi centrali (che attualmente corrispondono al 78 per cento del gettito totale) sono aumentati del 42,4 per cento (in termini assoluti pari a 112 miliardi) per toccare alla fine di quest’anno quota 376,4 miliardi. I tributi locali, invece, sono praticamente “esplosi”: +190,9 per cento (pari, in termini assoluti, a + 69,5 miliardi di euro), con un gettito che nel 2014 sfiorerà i 106 miliardi di euro.imagesCAW20VIV

Tutti gli importi sopra citati, sottolinea la Cgia, sono a prezzi correnti (ovvero, includono anche l’inflazione). Il Pil nominale, sempre nel medesimo arco temporale, è aumentato del 50,5%. Inoltre, è utile sottolineare che la variazione percentuale delle tasse locali ha subito un incremento così elevato, anche perché la dimensione dell’importo in valore assoluto è, tutto sommato, abbastanza contenuto e decisamente inferiore all’ammontare complessivo delle entrate riferite alle Amministrazioni centrali

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